Nell’ambito dei controlli programmati dalla Polizia di Stato di Novara – Ufficio Immigrazione della Questura, mirati ad accertare l’eventuale sussistenza di irregolarità nelle istruttorie prodotte da alcuni cittadini extracomunitari, sono emerse diverse anomalie, in particolare nelle autocertificazioni prodotte dagli istanti. L’attività info-investigativa condotta negli ultimi mesi dal personale preposto alle verifiche è terminata con il deferimento all’autorità giudiziaria di diversi soggetti, indagati a vario titolo.
Come riporta la nota della Questura di Novara, in particolare sono state riscontrate anomalie nella documentazione presentata da nove stranieri riguardo al domicilio effettivo dichiarato; gli accertamenti effettuati presso le abitazioni da parte del personale della Polizia di Stato hanno acclarato come gli interessati non avessero mai domiciliato presso le abitazioni indicate, condizione necessaria per legge all’ottenimento del titolo di soggiorno richiesto. Pertanto, al termine della fase istruttoria, si è proceduto ad avviare la procedura di rigetto di tutte le istanze prodotte.
Sempre nell’ambito di tali controlli sono emerse anomalie che hanno insospettito il personale della Polizia di Stato in relazione alle dichiarazioni di ospitalità presentate da alcuni stranieri in favore di altri cittadini extracomunitari. Anche in questo caso gli approfondimenti hanno evidenziato un quadro di micro illegalità diffusa, che ha portato al deferimento di tre stranieri: un cittadino pakistano che al fine di ottenere illegalmente il permesso di soggiorno avrebbe corrisposto una ingente somma di denaro ad una coppia di cittadini indiani, i quali gli avrebbero fornito una residenza fittizia. E ancora, sono stai deferiti all’AG tre cittadini egiziani che in due casi distinti hanno presentato documentazione totalmente falsa. Nell’occorso è emerso come abbiano presentato copie di finti contratti di locazione tra persone risultate inesistenti, dichiarazioni di ospitalità presso domicili sconosciuti o inventati. In un caso è stata prodotta addirittura copia di una carta di identità dell’ospitante, emessa dal Comune di Milano, risultata successivamente essere completamente contraffatta.