DAILY MAGAZINE

Non si accorgono che è meningite e le amputano due dita: condannata l’Asl di Caserta

in News by

AVERSA – Maria Iavarone aveva la meningite, ma i medici del Pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa la curarono per una vasculite. Lei è sopravvissuta per miracolo, ma le sono state amputate due dita della mano. La famiglia della ragazza denunciò subito l’accaduto ed ora l’Asl di Caserta è stata condannata al risarcimento di 80mila euro.

Maria vive a Grumo Nevano: l’11 febbraio del 2018 non si sente bene. Ha i brividi. Prende il termometro. Ha la febbre a 38. Le gira la testa. Ha dolori ai fianchi. Perde i sensi. Più volte. Il suo corpo si riempie di lividi. I genitori e il compagno la portano al pronto soccorso di Aversa. Maria sta sempre peggio. Ha dolori ovunque. Non si regge in piedi. I lividi aumentano. Il dito medio della mano destra è bianco, freddo. In ospedale le fanno i prelievi. Le danno antidolorifici. Ripetono più volte le analisi. Maria aspetta per ore. Dicono che ha la vascolite. Deve aspettare l’ematologo. È domenica, arriverà il giorno dopo. Maria cerca di non lamentarsi, ma il dolore è insopportabile. Le danno dell’esagerata, deve stare buona e non dare fastidio ai pazienti. È mezzanotte. Le propongono di portarla in autoambulanza a Caserta, alla ricerca di un ematologo. È solo un tentativo. I genitori di Maria non si fidano. Rifiutano il ricovero, la mettono in macchina e corrono in ospedale a Caserta, dove la dirottano subito su Napoli. Arrivano al Cardarelli. Maria non riesce a scendere dall’auto. Gli infermieri la prendono di peso e la mettono su una sedia a rotelle. Ha 40 di febbre. Una dottoressa la visita. Vostra figlia non dovrebbe stare qui. I medici hanno sbagliato, non è vascolite. Portatela subito al Cotugno. Maria è stremata. Risalgono in macchina e partono alla volta del nuovo ospedale. I nuovi medici sono esterrefatti. Perché avete aspettato tanto? È meningite, nella forma più aggressiva. Maria è in condizioni gravissime. Se l’avessero portata subito, forse se la sarebbe cavata con un antibiotico. Adesso la danno per spacciata. Passano 8 giorni. Maria combatte. Sopravvive, ma non cammina. Ha due dita delle mani in necrosi. Sono costretti ad amputarli. Ci mette mesi, ma si riprende. Maria Iavarone è tornata alla sua vita, ma non ha dimenticato. Ha rischiato di morire per una diagnosi sbagliata.

Per gli errori commessi all’ospedale Moscati di Aversa, l’avvocato Luciano Palermo ha chiesto e ottenuto la condanna dell’Asl di Di Caserta e il risarcimento danni per circa 80mila euro. «Una sentenza di cui eravamo certi – ha spiegato l’avvocato -, il nostro team si avvale di medici di profilo universitario per studiare i casi da affrontare e la perizia dei nostri medici sul caso di Maria Iavarone ed è stata accolta in pieno dal tribunale di Napoli Nord che ha condannato l’Asl di Caserta». E infatti la seconda sezione civile del tribunale di Napoli Nord – presidente Dora Alessia Limongelli – ha accolto in toto il ricorso dell’avvocato Palermo. La sentenza è passata in giudicato in questi giorni.

Ultimi da...

Go to Top