DAILY MAGAZINE

Nasce Sirena Digitale: tutto il repertorio classico napoletano in versioni pop-rock multilingue

in Uncategorized by

L’interfaccia offre l’esperienza della tridimensionalità ma anche quella del tatto grazie all’utilizzo di ultrasuoni. Attraverso un’innovativa installazione esposta all’interno del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) è possibile interagire con la “SIRENA DIGITALE”, il prototipo olografico di un’artista interattiva che interpreta il repertorio della canzone classica napoletana in versioni multilingue. L’esperienza è accessibile a tutti anche scaricando l’App “Sirena Digitale” per smartphone e tablet Android e iOS.

 “SIRENA DIGITALE”, è un significativo passo in avanti nell’ambito della fruizione dei beni artistici e culturali ed apre moltissime strade all’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’industria culturale, musicale e turistica. Inoltre grazie all’App è possibile diffondere su vasta scala il messaggio olografico, semplicemente utilizzando una piccola piramide di plastica come mezzo di proiezione.

“Sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime  – come ha sottolineato Lello Savonardo (coordinatore scientifico del progetto per il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli) – si tratta, inoltre, di un’esperienza emozionate e coinvolgente disponibile in qualsiasi momento e luogo a portata di smartphone”.

La bidimensionalità ci sembrava quasi un limite – spiega Luigi Gallo, (coordinatore scientifico del progetto per ICAR-CNR) – mentre l’ologramma permette un livello di coinvolgimento decisamente superiore, soprattutto perché il processo di fruizione non è passivo, ma l’utente diventa parte attiva e può realmente interagire con la Sirena Digitale grazie anche all’utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all’interfaccia. L’utente avrà l’impressione di toccare l’acqua che circonda la Sirena”.

Il forte senso di realtà restituito dall’ologramma infatti dipende anche dal fatto che sia stato realizzato interamente con immagini di una persona reale (non tramite un interprete virtuale ricostruito al computer). Per questo progetto infatti il Centro di Produzione RAI di Napoli ha realizzato riprese in simultanea, da 4 angolazioni diverse, della ricercatrice e artista Francesca Fariello che ha dato vita e voce alla Sirena; queste immagini sono poi state transcodificate in ologramma dall’ICAR-CNR, che ha progettato e realizzato il totem olografico interattivo e l’App.

Nella definizione dell’iconografia della Sirena ha avuto un ruolo centrale il supporto artistico e creativo dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli che ha ridisegnato la sua immagine con nuovi tratti e nuove connotazioni anche attraverso l’uso del trucco e la creazione della scultura della pinna e del fondale del totem olografico, oltre ad aver progettato il logo e l’interfaccia utente dell’App.

Grazie al canto della “SIRENA DIGITALE” è possibile ascoltare tracce musicali e diverse interpretazioni dei classici della canzone napoletana, “Malafemmena” e “Reginella” della storica casa editrice napoletana “La Canzonetta”. Le canzoni sono state tradotte e interpretate dalla ricercatrice e artista Francesca Fariello in lingua inglese, cinese, in versioni pop-rock, oltre ad essere state cantate in napoletano e in versione classica piano e voce . Gli arrangiamenti musicali sono di Raffaele Lopez. Un’esperienza tecnologica innovativa in cui però rimangono centrali le esperienze cognitive ed emozionali «la tecnologia diventa uno strumento – pervasivo ma discreto – della restituzione fisica di un’emozione» come spiega Francesca Fariello.

L’Osservatorio Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Ateneo Federico II di Napoli promuove il progetto Sirena Digitale come esempio di fruizione culturale innovativa rivolta all’universo giovanile (www.giovani.unina.it).

“SIRENA DIGITALE” è promosso dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICAR-CNR), in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, il Centro di produzione Studi RAI di Napoli e con il Museo Archeologico di Napoli, nell’ambito del Progetto Remiam – Reti Musei Intelligenti ad Alta Multimedialità, del Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali – Databenc, finanziato dalla Regione Campania.

Ultimi da...

Go to Top