Questa mattina il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 10 soggetti (8 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora nel comune di Napoli) gravemente indiziati di appartenere a un’organizzazione criminale napoletana dedita al narcotraffico.
Al vertice della predetta organizzazione sarebbero collocati due fratelli, collegati alla malavita organizzata del quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. I due erano già reclusi poiché ritenuti responsabili dell’agguato commesso il 3 maggio 2019 in piazza Nazionale nei confronti di N.S., per questioni inerenti alla gestione delle piazze di spaccio. Nella stessa vicenda rimase gravemente ferita da pallottole vaganti la piccola N. e, più lievemente, la nonna.
Dalle indagini in corso in quel frangente da parte dei finanzieri del G.I.C.O. di Napoli emersero gli indizi decisivi che contribuirono in maniera determinante a individuare i due fratelli quali organizzatori ed esecutori del tentato omicidio di N. che sortì drammatici effetti su persone innocenti. L’organizzazione criminale capeggiata dai fratelli, secondo gli esiti investigativi, era una delle più attive nel traffico di stupefacenti nelle principali piazze di spaccio di Napoli e provincia. I rifornimenti avvenivano attraverso autovetture dotate di doppifondi.
I successivi approfondimenti investigativi hanno portato anche al sequestro di oltre 3 kg di hashish e alla ricostruzione di linee di forniture di stupefacenti a favore di un sottogruppo operante a Cattolica, in Emilia Romagna. Gli accertamenti economico-patrimoniali, portati avanti in parallelo dal GICO, hanno inoltre fatto emergere che la quasi totalità dei soggetti colpiti dai provvedimenti restrittivi sono beneficiari del reddito di cittadinanza. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.