Settantasette anni dopo Martin Adler, il veterano americano di 97 anni la cui storia dei tre ‘bambini di guerra’ ritrovati e riabbracciati dopo settantasette anni ha fatto il giro del Mondo è tornato a Napoli. E la sua visita in città è iniziata da un luogo particolare: l’ospedale “Monaldi” allora Principe di Piemonte dove venne ricoverato per tre mesi dal gennaio a fine marzo 1945 in seguito a ferite subite sulla Linea Gotica emiliana e ha epitate virale. Ad attendere Adler, che domani martedi alle 18.30 presenterà la sua storia contenuta nel libro “I bambini del soldato Martin” scritto da Matteo Incerti per Corsiero Editore presso piazzetta Aldo Masullo c’erano i sanitari e l’intera direzione dell’ospedale cittadino. Domani martedì 31 agosto Martin , riconosciuto in città da alcuni passanti, dopo il clamore mediatico dell’incontro della scorsa settimana che ha fatto il giro del Mondo, parlerà a lungo della Napoli tra il 1944 e il 1945 narrata nel libro in occasione dell’ evento organizzato da Libreria Io Ci Sto , associazione ‘N Sea Yet e Associazione Cardiomiopatie e malattie rare connesse Onlus del ‘Monaldi’ di Napoli, con la partecipazione sia dell’autore che dell’attrice partenopea Claudia Federica Petrella che leggerà alcuni brani del libro e della mezzosopranaFrancesca Curti Giardina che eseguirà canzoni dell’epoca accompagnata alla chitarra dal maestro Nicola Campanile.
Ma alla vista esterna del “Monaldi” sono emersi tantissimi ricordi da confrontare con le foto e i disegni di allora di Martin . “E’ questo!!!! E’ ancora un bellissimo ospedale e le infermiere devo dire sono belle come allora…tutti belli, tutti belli” ha scherzato Martin con il suo slang d’italiano americanizzato. L’ex militare, ambasciatore di pace, poi ha ripercorso alcuni episodi come la sua fuga d’amore dall’ospedale con una sottotenente medica chiamata Cindy per una giornata a Capri. “Cindy rubò una divisa da capitano per me – disse – poi prese una jeep dal momento che aveva i gradi. Io mi misi alla guida e lei dietro. Passammo il posto di blocco con il saluto militare e tutti ci salutarono…allora c’era meno traffico di oggi ad andare per le strade. Poi prendemmo una barca per Capri e passammo una giornata spensierata lì…e la baciai…” ha detto Martin sotto gli occhi divertiti della moglie Elaine e dei figli Rachelle, Lori e Steven che lo accompagnano in questo viaggio. Poi il particolare che ha sbalordito tutti. Essendo il luogo come allora Martin ha visto il secondo grande albero a sinistra sull’ingresso. “Qui prendemmo la jeep e io con un coltello un pomeriggio incisi un cuore con una freccia e le iniziali miei e di Cindy eh eh…”. “Vi aspetto tutti domani la mia è una storia di pace e amore – ha detto Martin alle infermiere e medici del Monaldi – e questa volta il Vesuvio non fuma” ha ricordato visto che quando sbarco il 21 marzo 1944, il vulcano stava eruttando.
Questo pomeriggio poi la famiglia Adler ( Martin è accompagnato da tutti i figli oltre che dallo scrittore Matteo Incerti) salirà sul Monte Faito per quella che viste le foto hanno detto “è la più bella vista del Golfo di Napoli”.