Venerdì 28 ottobre alle ore 21:00, il Teatro Serra di Napoli a Fuorigrotta, in Via Diocleziano 316, adiacente l’Osservatorio Vesuviano, inaugura la rassegna ‘Campi ardenti’ stagione teatrale 2022/23 con lo spettacolo “Il mio amico D” di e con Pietro Tammaro, adattamento e regia di Luca Saccoia. Il racconto di un ragazzo, e con lui di un’intera generazione, cresciuta nel mito di Diego Armando Maradona, figura mitica, eppure terrena, segno di speranza di cambiamento e sogno di un futuro migliore per tutti i “fortunati ragazzi a colori degli anni ‘80”. Si replica sabato 29 alle 21:00 e domenica 30 ottobre alle 18:00, con una festa in onore del compleanno del “Pibe de oro”.
Uno spettacolo che usa come pretesto il calcio, l’amore e l’ammirazione per il mito di tutti i ragazzi nati alla fine degli anni ‘70: Maradona. Il pubblico in sala è proiettato in una sorta di immaginaria curva da stadio e il protagonista Mauro Manzo (Pietro Tammaro) rivive con poetica leggerezza il sogno di un adolescente degli anni ’80 che per somiglianza fisica pensa addirittura di essere Maradona, ma che guardando la realtà – ed il poco talento calcistico – finisce per desiderare di fischiargli almeno un calcio di rigore a favore. Il viaggio tra i ricordi è legato anche ad oggetti e personaggi simbolo di quel periodo (palloni, figurine, automobili ecc…) che diventano elemento scenografico in un immaginifico campo di giochi costruito dal protagonista in scena. «Il testo racconta l’infanzia di un ragazzino, in rapporto al mito di Maradona» spiega l’interprete, Pietro Tammaro. Vincitore nel 2010 del concorso per monologhi Fuori Luogo, “Il mio amico D”, è andato in scena anche allo START, spazio teatrale che promuove la drammaturgia contemporanea. È inoltre stato ospite al Festival internazionale di Montalcino e al Mare nostrum festival di Gaeta e replicato a Napoli in occasione della ricorrenza dei 50 anni di Maradona, nell’ambito dell’evento “Il Mio amico D: giubileo maradoniano” ottenendo l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Messo in scena a Dortmund. Verrà rappresentato a dicembre a Lienz in Austria, tradotto in inglese: «nonostante l’ambientazione napoletana, le partite in strada davanti allo stadio e le porte fatte con gli zaini, il pubblico straniero si identifica fortemente nelle storie di Diego e di tutti noi, suoi tifosi» prosegue l’attore, diretto in scena dall’amico e collega Luca Saccoia.
Una rappresentazione che parla al cuore di tutti coloro che hanno creduto che le cose potessero cambiare con un fischio di inizio, a quelli che se “lui” avesse segnato, da quel momento in poi, sarebbero morti in pace, ma anche a tutti quelli che odiano il calcio, alle mogli che si sono sentite tradite, insomma a chi ha ancora fede e vuole giocare.
“… Presto iniziai a trasformare le strade del mio quartiere in un campo da calcio. Bastavano solo quattro zaini e un pallone, e un posto dove non passassero troppe macchine e ci fossero troppe buche. Ma a Napoli era un’impresa trovare un posto cosi, gratis. Il campo dei campi era sempre occupato: l’area di parcheggio dello stadio San Paolo, il preludio al tempio di Dieguito. C’era gente che si accampava lì settimane prima. Il primo che avvistava il campo libero, che poteva essere anche di pochi metri, chiamava a raccolta tutti gli altri con un fischio. E tutti correvano anche all’alba, tutti uscivano di casa anche con i pigiamini pur di giocare lì. Che bello!”. (Pietro Tammaro)
“I miei sogni sono due, giocare il mondiale e vincerlo”. Erano anche i sogni di noi fortunati bambini a colori dell’82. Ma come i neonati non hanno sviluppati a pieno i sensi, così noi i colori non li distinguevamo ancora bene. Per noi l’azzurro era ancora troppo in alto, lo vedevamo squartato dalla scia degli aerei e basta. Anche il pallone sembrava risiedere altrove prima dell’arrivo di Dieguito. Non qui, non al sole, non per noi. Non era ancora il momento per il Pibe di giocare e vincere il mondiale, ma era il nostro momento certamente per dare un volto all’azzurro e non alzare la testa per cercarlo. Diego era venuto a salvarci a mostrarci la via a far tornare la palla rotonda e da questa vedere il futuro”.
Comunicato stampa (Luca Saccoia)