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Napoli, Da oggi 1300 nuove piante nel Parco del Vesuvio un intervento sperimentale per riparare i devastanti incendi del 2017

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Il progetto “Gli alberi del Vulcano” è uno dei dieci progetti del programma “A Misura di Verde”, iniziativa lanciata nell’Anno Internazionale della salute delle piante dal Gruppo Colussi, attraverso il Marchio Misura, che ha previsto attività di rinaturalizzazione in aree particolarmente vulnerabili del nostro Paese.
L’Ente Parco, nell’ambito della pianificazione di interventi forestali di bonifica e recupero delle aree percorse dal fuoco previsti nel “Grande Progetto Vesuvio”, ha avviato, in collaborazione con il Gruppo Colussi e d’intesa con il Reparto Carabinieri Biodiversità di Caserta, il primo intervento sperimentale di restauro ambientale nel Parco Nazionale del Vesuvio, all’interno della Riserva Forestale di Protezione “Tirone – Alto Vesuvio”, gravemente colpita dal recente incendio del 2017.
Inserire lo stralcio cartografico
Sulla base dello studio della severità degli incendi effettuato dal Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è stata definita una metodologia per realizzare interventi di restauro forestale all’interno dell’area protetta, con l’obiettivo di accelerare i processi naturali di ricostituzione delle associazioni vegetali preesistenti al passaggio del fuoco, e di ridurre l’invasività delle specie aliene, quali la robinia, che dopo gli incendi boschivi 2017 si è manifestata in tutta la sua invasività.
Foto robinia se ci riesci
I 7 nuclei di restauro forestale previsti dal Progetto sono realizzati utilizzando un mix di vegetazione simile a quello che accade in condizioni naturali, con alberi ed arbusti di diverse specie (lecci, roverelle, arbusti tipici della flora del luogo), messi a dimora in maniera casuale, tenendo conto delle dinamiche ecologiche naturali, delle fasce altimetriche e delle esposizioni prevalenti.
I nuclei, distribuiti spazialmente in modo irregolare, saranno curati costantemente per i tre anni successivi all’impianto, in modo da garantire il successo dell’intervento, sostituendo le piante che non dovessero attecchire (“fallanze”); è prevista la piantumazione di un totale di 1512 piante, comprese le eventuali nei tre anni successivi).
Obiettivo finale è la formazione di un bosco misto, a prevalenza di latifoglie autoctone, che possa offrire, proprio grazie alla diversità di specie arboree, migliori condizioni di resistenza agli incendi, rifuggendo dalle logiche dei rimboschimenti del passato, incentrati sulla monocultura e su ampie zone, preferendo interventi localizzati nel rispetto delle dinamiche ecologiche dei soprassuoli naturali.
I vantaggi di questo intervento possono essere così schematizzati:

  1. protezione del suolo e riduzione dell’erosione diffusa da ruscellamento;
  2. riduzione dell’invasività della robinia;
  3. miglioramento delle condizioni di umidità negli orizzonti superficiali del suolo;
  4. innesco di processi microbiologici del suolo e formazione di micorrize;
  5. riuso di uno scarto altrimenti destinato a discarica.
    Iniziato il 21 novembre 2020 in occasione della Festa dell’Albero, l’intervento rientra tra le attività di gestione forestale sostenibile che l’Ente Parco ha messo in campo in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II, per aumentare la difesa del suolo nel breve, medio e lungo periodo, contenere le specie esotiche favorite dal passaggio del fuoco, ed orientare ed accelerare la ricostituzione delle associazioni vegetali colpite dal fuoco, con interventi puntuali tesi al recupero dei processi naturali di riequilibrio ecologico e forestale.

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