Napoli, arriva l’appello di tutte le Chiese contro guerre e sfruttamento ambientale

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In occasione della Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato che ricorre il 6 novembre e alla luce del drammatico periodo storico che stiamo vivendo, che chiama ogni comunità ecclesiale e ogni fedele ad un’opera di sensibilizzazione al bene comune, tutte le Chiese delle diverse denominazioni e confessioni cristiane presenti a Napoli riunite nel GIAEN (Gruppo Interconfessionale Attività Ecumeniche Napoli) hanno deciso di far proprio l’appello della Commissione GLobalizzazione e AMbiente (GLAM) della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

Il testo che segue è espressione di tale appello condiviso dalle Chiese che ci arriva come nota stampa. “L’ONU venti anni fa (2001) ha deciso di dedicare una giornata ad un tema tanto rilevante quanto trascurato: l’impatto sull’ambiente delle guerre e dei conflitti tra cui quelli che coinvolgono risorse naturali, come petrolio, oro, diamanti e legname. Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), negli ultimi 60 anni il 40% dei conflitti è stato legato allo sfruttamento delle risorse naturali.

Richiamando una dichiarazione rilasciata dall’Osservatorio sui conflitti e l’ambiente e altre organizzazioni ad aprile 2022 ricordiamo che:

·       l’ambiente è un obiettivo civile;

·       la protezione dell’ambiente è vitale per la protezione dei civili;

·       la contaminazione ambientale legata all’uso di armi esplosive pone rischi per la salute acuti e cronici per i civili;

·       i detriti generati dall’uso intensivo di armi esplosive nelle aree popolate possono creare rischi persistenti per la salute ambientale.

Guerre e conflitti armati generando inquinamento concorrono all’ecocidio in corso, un crimine che diverse istituzioni anche cristiane chiedono da due anni (a partire da una richiesta di Vanuatu e Maldive) venga riconosciuto come quinto reato alla Corte penale internazionale in quanto minaccia la pace, la sicurezza e il benessere del mondo.

Per questo la quinta Assemblea dell’ONU per l’ambiente (UNEA, istituita nel 2014) a marzo 2022 ha adottato la risoluzione 5/8 e ha deciso di istituire un gruppo intergovernativo di politiche scientifiche per contribuire ulteriormente alla gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti e per prevenire l’inquinamento.

Entro il 2022 si auspica l’approvazione dei 27 principi sulla Protezione dell’ambiente in relazione ai conflitti armati redatti in più di un decennio dalla Commissione di diritto internazionale (ILC) delle Nazioni Unite (A/CN.4/L.968 maggio 2022)

Questo 6 Novembre assume per molti una cogenza maggiore dei precedenti perché alle decine di guerre in corso se ne aggiunge una in Europa in terra Ucraina che non possiamo ignorare perché i suoi effetti mordono la nostra vita quotidiana colpendo la produzione, il lavoro, il costo della vita e la disponibilità di risorse energetiche (che si somma alla carenza idrica come effetto del cambiamento climatico). Sottolineando che lo stesso giorno inizia in Egitto la COP 27, riteniamo che il termine ‘disarmo climatico’ esprima la minaccia per il pianeta e la sofferenza del resto del creato per la gestione violenta e armata dei conflitti umani.

Il 6 Novembre è dunque una giornata per rinnovare l’impegno per una pace giusta per la Terra che passa dal disarmo e dalla liberazione dalle guerre e da un ‘ordine’ mondiale basato sulla aggressione, il terrore e la destabilizzazione. Con le parole della piattaforma per la manifestazione nazionale del 5 novembre promossa dalla coalizione Europe for peace, diciamo che nessuna guerra porta alla pace né alla giustizia, ma solo ad una tregua, mentre bisogna far vincere la pace“.