È stato approvato in Consiglio comunale il progetto di rigenerazione urbana su Napoli est, al centro per mesi dei lavori della commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Massimo Pepe.
Si tratta di una rivoluzione della mobilità cittadina e una profonda riqualificazione dell’area a ridosso della Stazione Centrale, ha spiegato la vicesindaco e assessora all’urbanistica Laura Lieto. Il progetto prevede la costruzione di un nodo intermodale che porterà al rafforzamento delle infrastrutture cittadine, favorendone la mobilità attraverso il potenziamento dei binari della Circumvesuviana, con la creazione di un nuovo spazio dedicato all’interno della Stazione Garibaldi, e la creazione a Porta Nolana di un’area verde. Il programma propone anche un parcheggio di interscambio modale auto e terminal bus interrato, la dislocazione di sistemi tecnologici ferroviari attivi, un sistema di collegamenti meccanizzati di connessione tra i parcheggi e la stazione, una nuova stazione che ottimizza l’accessibilità tra la metro Linea 2 e la Linea 1 ed infine un asse di collegamento con l’autostrada A3 per l’ingresso diretto al terminal bus e al parcheggio interrato, che consentirà di alleggerire la viabilità ordinaria.
La delibera 452 approvata dal Consiglio comunale attraverso il voto nominale con 26 favorevoli e sei astenuti, dà mandato al dirigente Andrea Cedeuch di portare la posizione dell’Amministrazione in sede di Conferenza dei Servizi con la Regione Campania e il gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione del progetto Napoli Porta Est. Un progetto in cui sostanzialmente il ferro e la gomma si incontrano, ha sottolineato l’assessora all’Urbanistica Laura Lieto, che consente di rafforzare la funzione di porta di quell’area, creando uno spazio pubblico di qualità in una zona della città dove queste risorse mancano. Per la prima volta, poi, la città affronta la questione del nodo intermodale, un grande scambiatore della mobilità dell’area urbana. Ferrovie, ha continuato la Vicesindaco, sta proponendo un piano di trasformazione urbanistica presso tutti gli scali ferroviari italiani. La proposta progettuale iniziale prevedeva anche per Napoli un intervento, in linea con quanto realizzato in altre grandi città, per un’estensione di circa 126.800 metri quadrati, più del doppio della quota disponibile nelle previsioni del Piano Regolatore. Una richiesta giudicata eccessiva dall’amministrazione comunale, perché crea un carico urbanistico eccessivo per l’area. Pertanto il progetto Porta Est è un intervento strategico, perché il nodo infrastrutturale di Napoli est è fondamentale per completare il progetto di piazza Garibaldi e superare l’intasamento insostenibile e l’inquinamento dell’area, un’esigenza che non è separata dal ruolo del Centro Direzionale.
Qui occorre cambiare la destinazione d’uso, perché quella di servizi non è più adeguata ai tempi di oggi. Fondamentale per il futuro del Centro Direzionale, ha concluso, è affrontare il tema dell’accessibilità, dando ad esso l’accesso diretto con la stazione ferroviaria, così da essere il centro di tutti i servizi legati all’alta velocità. L’applicazione attuale, secondo il Piano regolatore, sulla superficie fondiaria determina una superficie lorda di pavimento pari a circa 57 mila metri quadrati, ha spiegato l’assessora all’Urbanistica, mentre la legge regionale prevede un incremento del 20 per cento delle cubature, che è stimato di 14mila e 800 mq circa. Quindi la proposta che l’amministrazione porterà in Conferenza dei Servizi è di aggiungere ai 68.896 mq di partenza, un incremento del 15 per cento da dedicare a beni, servizi e interventi di edilizia residenziale sociale e di mercato, per un totale di 81 mila mq.
È un’opportunità importante di rigenerazione sotto due profili essenziali, ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica Massimo Pepe: il primo è la realizzazione del grande nodo infrastrutturale, che alleggerirà notevolmente il traffico veicolare della zona; allo stesso modo il progetto va analizzato anche dal punto di vista della riqualificazione urbana, alla luce della previsione di dedicare due polmoni verdi nella città, di circa 20.000 mq, che andranno a coprire l’uno gli ex binari della Circumvesuviana e l’altro un’area a Gianturco. Ha, infine, ricordato come il cambio di destinazione d’uso possa produrre un nuovo modello di sviluppo misto nell’area, nel quale si incontrano l’urbanistica pubblica con l’iniziativa privata per vivere gli spazi in maniera rinnovata.