“Da oggi parte a Napoli il progetto “BUST BUSTERS”. Formeremo i ragazzi dell’Area Penale di Napoli per farli diventare sub. Daremo loro la possibilità anche di conoscere l’ambiente sommerso, il patrimonio culturale, le bellezze che sono nei fondali. Nel 2019 insegnammo ai ragazzi ciechi e ipovedenti ad andare nei fondali marini. Da questo incontro è nata la voglia di iniziare questo nuovo e bel progetto con il Ministero di Grazia e Giustizia. Alla fine del corso di formazione, i ragazzi avranno conseguito un brevetto che potrà offrire loro opportunità anche di lavoro, magari come guide in ambiente sommerso. Daremo loro la possibilità di conoscere un mondo nuovo: il patrimonio ambientale sommerso. E con loro puliremo anche i fondali lungo la parte costiera di Napoli”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia, a margine della prima giornata svoltasi a Napoli, presso il Centro Minorile ai Colli Aminei.
“Con tale progetto formeremo gruppi di lavoro misti che, con attrezzature e strumenti messi a disposizione dai Partner, ripuliranno periodicamente (15-30gg) la superficie dell’intero specchio d’acqua del Borgo Marinari. Questi gruppi saranno preliminarmente formati alle tecniche della subacquea, che individuano e recuperano dal fondo dello stesso specchio d’acqua i rifiuti più voluminosi e inquinanti.
Il progetto BUST-BUSTERS si propone di ottenere da un lato un risultato di tipo ecologico, dall’altro di realizzare un’attività riparativa svolta dai giovani in Area Penale, a testimonianza di una recuperata coscienza civile e di partecipazione attiva al decoro della città di Napoli.
Le attività saranno coordinate e monitorate da una cabina di regia formata da rappresentanti del Centro per la Giustizia Minorile della Campania – ha dichiarato Giuseppe Centomani del Centro di Giustizia Minorile della Campania – e verrà realizzato in due step”.
Archeoclub D’Italia è parte del progetto e supporterà l’intera attività con il suo ramo marino quale è Marenostrum.
“Avremo almeno 10 lezioni teoriche che si svolgeranno presso i circoli: Savoia, Italia, Rari Nantes, Club Nautico della Vela e ben quattro pratiche, dunque con immersioni reali. E’ un’azione importante perché da competenze a questi ragazzi che loro nel tempo potranno anche approfondire. La nostra associazione ha da sempre ritenuto che migliorare le condizioni di vita dei minori sottoposti alla pena detentiva – ha dichiarato Francesca Esposito, Referente Attività Sociali di Marenostrum – con attività socio educative legate al mare, possa essere non solo motivo di socializzazione, di interrelazione, ma anche una grande opportunità per il loro graduale reinserimento all’interno del tessuto sociale. Molti di questi ragazzi provengono da situazioni di degrado ed emarginazione, grazie a progetti come questi possiamo dimostrare loro che un altro modo di vivere e di autodeterminarsi sia possibile. Siamo anche convinti che questo sia solo l’inizio di una sempre più stretta e proficua collaborazione, creando per il futuro percorsi educativi che saranno incentrati sulla tutela dei beni culturali e ambientali e sulla valorizzare e promozione del territorio, dando a questi ragazzi la possibilità di vivere opportunità condivise, uscendo da un contesto di degrado socio-culturale”.
Dunque Archeoclub D’Italia è in prima linea anche in Campania su più settori: dal coinvolgimento di minori a rischio nelle attività sociali dedite alla valorizzazione del patrimonio ambientale alle azioni concrete sul recupero dei Borghi.
“E’ evidente che un interrogativo nuovo va posto in questo contesto in cui esistono discrepanze sociali sempre più ampie. E’ evidente che le iniziative culturali devono e possono ridurre questo gap. Questa è una delle tante iniziative che stiamo facendo su tutto il territorio della Campania. Ad esempio siamo in prima linea sui piccoli Borghi – ha affermato Michele Martucci, Coordinatore Archeoclub D’Italia Campania – sul contrasto allo spopolamento. E’ evidente che tutte queste iniziative porteranno ad un interrogativo: perché la cultura non sarebbe socialità? Solo attraverso la cultura è invece possibile venire incontro alle classi disagiate”.