MADDALONI – Abbiamo atteso qualche giorno che arrivasse in redazione un comunicato dei responsabili del Movimento 5 Stelle, per rispondere alle richieste di incontro degli attivisti maddalonesi e per capire cosa accadde la sera delle votazioni per l’elezione del consiglio provinciale.
Non avendo avuto risposta, ci siamo rivolti alla rete. Ieri abbiamo raccolto testimonianze a favore di Ferraro. Questa volta vi riportiamo le testimonianze contro Ferraro.
Iniziamo da Concetta Santo, maddalonese ex consigliere comunale.
“Io non ero la candidata di nessuno, perché fin dal principio ho palesato la mia volontà di non candidarmi come sindaco, e puoi chiederlo al nostro coordinatore regionale, che mi ha chiesto, come giusto che fosse, quali erano le mie intenzioni. Infatti, nei mesi antecedenti la campagna elettorale ho lavorato con e per il Movimento, partecipando a tavoli politici per cercare di creare una coalizione capace di contrastare l’attuale amministrazione. C’è stato anche un manifesto con forze politiche e liste civiche, dove Ferraro e altri erano in un gruppo diverso dal Movimento (Maddaloni in Movimento, nato proprio per essere più liberi dai vincoli e dalle dinamiche non condivise del Movimento). Quindi, Ferraro candidato sindaco è stata l’ultima scelta per cercare di fare una lista, lista che, dopotutto, ho anche appoggiato candidandomi.
Però, come ben sai, dopo le elezioni comunali non sono stata coinvolta in alcune riunioni di gruppo in particolare quelle decisionali. In realtà, sono sempre stata vista come un elemento troppo “5 Stelle”, quasi una tifosa, e questo ha influito sulla mia esclusione da alcune gestioni come le provinciali.
Ferraro, che sapeva a cosa andava incontro, essendo stato informato prima delle elezioni provinciali che, per regolamento, carta dei valori e statuto, bisognava seguire la linea del Movimento (decisa democraticamente dai consiglieri comunali), altrimenti si sarebbe stati segnalati ai probiviri. Inoltre, i chiarimenti che cercavate in realtà non potevano esserci, perché ormai la questione era andata a Roma e il coordinamento casertano non aveva più poteri per risanare. E non ci dimentichiamo le varie uscite sui giornali. E ricordo che molto prima delle provinciali si era già palesata la volontà di qualcuno di non seguire un’eventuale linea del movimento”.
Ketty Cassandra
“Oggi mi preme intervenire per rendere noto quello che forse non è stato ancora esplicitamente detto ma che per onor del vero, va detto. Ferraro non ha avuto il carattere di “tenere testa” , ha semplicemente agito in solitaria senza nemmeno aver il coraggio di palesarlo. Si! È così! Le provinciali , come in tanti sanno, coinvolgono i consiglieri comunali e il coordinamento provinciale, congiunto con i portavoce nazionali hanno dato la parola a noi portavoce comunali costituendo un tavolo di lavoro ed un contenitore di scambio di idee. Abbiamo fatto numerosissimi incontri e abbiamo deliberato con una votazione le nostre scelte. Tutti avremmo dovuto allinearci a quella linea che abbiamo SCELTO NOI E NON CI È STATA IMPOSTA. Ci siamo guardati negli occhi e purtroppo il carattere politico del Ferraro si è rivelato tutt’altro che coraggioso, altro che tenere testa al coordinatore!! Non una parola sulla sua decisione. Non una parola dopo la sua scelta. O forse qualcuno lo sapeva, ovvero la persona che ha votato, non del M5S. La sua azione è stata fallosa (per non dire altro), e questo non dovrebbe lasciare spazio a fantasie erotiche di alcuni personaggi che non aspettano momenti migliori per prendersi quei piccoli momenti di gloria e visibilità (visibilità di cosa poi , boh!) . Ma li capisco, purtroppo hanno sempre adottato la stessa strategia e anche loro hanno bisogno di soddisfare il personale bisogno di notorietà. Sappiamo chi siamo e ci conosciamo quasi tutti, e senza scendere nel personale, politicamente direi che siamo lontani. La cosa più difficile da fare è quella di analizzare i fatti oggettivamente quando dietro ci portiamo parentesi irrisolte. Facciamola finita con questa storia. Ferraro se ne è andato e il motivo non è sicuramente la giusta segnalazione ai probiviri. Ma tranquilli il tempo ci darà le giuste spiegazioni”.
Dario Aurilio
“L’ex consigliere M5S in chat aveva accettato di attenersi all’art.3 comma 2 “- a rispettare, all’interno dei gruppi politici di cui la linea, il criterio democratico di votazione a maggioranza per la determinazione della linea politica adottata dagli esecutivi, a qualsiasi livello, espressi dal MoVimento 5 Stelle. La sera delle votazioni ero al seggio insieme ad un portavoce nazionale, aspettavamo l’ex consigliere che era in ritardo, all’arrivo ci disse che aveva sbagliato il seggio, ci salutammo; due chiacchiere e si apprestò alla sezione dopo averci di nuovo confermato che si sarebbe adeguato al volere del gruppo. A mezzanotte ci ritrovammo faccia a faccia allo spoglio dei voti pesanti, finito lo spoglio lo guardai in faccia con disprezzo mentre continuava a dire che quel voto, unico, era suo. Qualche giorno dopo mi risulta che in un incontro a Maddaloni avrebbe detto che il suo voto era andato all’altra candidata del M5S, che incasso 4 voti pesanti che aveva sempre sostenuto di avere, quelli di Marcianise. “Affidabilità, onore, senso del dovere, comunità, condivisione, coesione”. Nessuno obbliga nessuno, ma se disattendi le regole di una comunità il minimo che puoi fare è uscirne sottovoce. (Carlo Pace)
(Nelle foto Dario Aurilio e Concetta Santo con il leader M5S Giuseppe Conte. In basso a destra, Ketty Cassandra)