Australia, Phillip Island. La gara più bella dell’anno della MotoGP non poteva che disputarsi su una delle piste più affascinanti ed emozionanti del mondo, con i suoi saliscendi, i suoi curvoni e quel rettilineo che sembra volersi tuffare nell’oceano.
I protagonisti di questo combattuto mondiale sono chiamati ad una gara intelligente, evitando di prendere inutili rischi, per non vanificare il cammino fatto sinora. Al pronti via, Bagnaia scatta male, perdendo immediatamente alcune posizioni, mentre Quartararo cerca di approfittarne, ma dopo poche curve “Pecco” ristabilisce l’ordine, riprendendosi quanto gli spettava, rimettendosi davanti al francese. Qui finisce la gara del portacolori Yamaha, detentore di un ottimo passo quando girava in solitaria durante le prove, in enorme difficoltà quando, nel gruppone, non può fare le sue linee e traiettorie. E’ talmente al limite che prima sbaglia una staccata al quarto giro, andando lungo, e poi cadendo all’undicesimo giro, mettendo in serio pericolo le sue possibilità di vincere il Mondiale. Ma non soltanto lui mastica amaro, anche Miller deve abbondonare definitivamente i sogni di gloria, dal momento che viene centrato in pieno da Alex Marquez, che sbaglia totalmente una staccata, mettendo fine alla gara di entrambi. A proposito di Marquez, Marc stavolta, è autore di una gara maiuscola, ridicolizzando gli altri alfieri Honda, montando addirittura la gomma morbida, sconsigliata perfino dalla sua squadra. Finirà secondo, dopo una battaglia a tre all’ultimo giro con Bagnaia e Rins, che vincerà in volata.
Già, Rins. Ad inizio anno andava forte, tanto che dopo poche gare era in testa, a pari punti con Quartararo. Poi l’abisso, tra cadute e gare opache, con l’aggiunta dell’annuncio del ritiro, dall’anno prossimo, della Suzuki dal Mondiale. La vittoria di Phillip Island suona un po’ come una rivincita, uno sberleffo alla dirigenza giapponese, come a dire “ noi e la moto ci siamo, ma che ca**o state facendo?”.
E Bagnaia? Col francese fuori dai punti prova a fare il colpo grosso, si mette in testa e cerca di dare lo strappo per guadagnare quei metri utili a mettere la vittoria in cassaforte. Ma non gli riesce, ha dietro due cagnacci del calibro di Marquez e Rins, e, quando all’inizio dell’ultimo giro viene sopravanzato da entrambi, decide che 16 punti sono meglio di zero. Così facendo, saggiamente, guadagna la testa della classifica, sorpassando il francese della Yamaha. Adesso viene Sepang, che con i suoi enormi rettilinei dovrebbe essere terreno di caccia della bestia rosso Ducati.
Chiudono la top five Bezzecchi e Bastianini, il primo un debuttante che sembra un veterano (un vebuttante…) da come ha risalito il gruppo, sorpasso dopo sorpasso, il secondo tiene fede al suo soprannome, La Bestia, perché si fa autore di una rimonta feroce dopo che al primo passaggio transita in 17esima posizione, causa airbag della sua tuta esploso a causa di una sbacchettata decisamente intensa. L’anno prossimo ci sarò da divertirsi con questi due in pista.
L’altro contendente al titolo, Aleix Espargarò, ultimamente sembra aver perso la bussola, conducendo gare opache ed evanescenti. Chiude nono, rendendosi conto che forse manca ancora qualcosa per la conquista Mondiale, fermo restando che, lui e l’Aprilia, hanno disputato una stagione a dir poco magnifica. Adesso mancano due gare alla fine, Sepang e Valencia. Dopo una gara così, l’attesa sarà sempre troppo lunga.
Davide Domeneghini