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Mondragone a un passo dal dissesto: “E’ il fallimento del trio Zannini-Pacifico-Lavanga”

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MONDRAGONE – Nuovo affondo del gruppo “Mondragone bene comune” contro l’amministrazione di Francesco Lavanga, ormai sull’orlo del dissesto finanziario.

“Sul nuovo depuratore che dovrebbe essere costruito a Mondragone, dopo lunghi decenni di chiacchiere al vento e di propaganda, siamo sostanzialmente ancora fermi agli auspici. I “padri” del depuratore che (forse) verrà aumentano però sempre di più. All’estensore dell’elenco dei “padri” vogliamo segnalare, a onor del vero, il nome dell’ex ministro Sergio Costa, oggi parlamentare del M5S. Si inventano “la qualunque” pur di non confrontarsi con il fallimento nel quale Zannini-Pacifico-Lavanga hanno fatto sprofondare il comune di Mondragone. Nei prossimi giorni, obtorto collo, l’amministrazione Lavanga sarà costretta a gettare la spugna e a dichiarare formalmente il dissesto. Un adempimento dovuto, dopo il grande disastro che Lavanga ha combinato facendosi sonoramente bocciare il Piano di riequilibrio. Vogliamo ancora sperare che Lavanga nel prossimo consiglio comunale possa annunciare le sue dovute dimissioni e uscire così di scena almeno con dignità”.

Il consiglio comunale e la città, come abbiamo denunciato in lungo e in largo, dovevano essere coinvolti prima, fin dalla fase di predisposizione del Piano (il primo obbligo di chi governa è informare correttamente e puntualmente!). Dovevano essere messi seriamente al corrente della reale drammatica situazione finanziaria dell’Ente (operazione che, per la verità, andava fatta già nel 2017, subito dopo l’insediamento dell’Amministrazione Pacifico) e dovevano essere messi nella condizione di poter contribuire alla stesura di quel Piano con analisi stringenti (perché, per quali motivi si è arrivati a tanto?), indirizzi e proposte (che successivamente i tecnici avrebbero eventualmente acquisito al Piano). E il Consiglio comunale e la Città andavano coinvolti anche dopo la prima bocciatura del Piano da parte della Corte dei conti. Era il Consiglio comunale che avrebbe dovuto discutere dei motivi che avevano portato la Corte dei conti a bocciare il Piano di Lavanga ed era il Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere motivatamente l’eventuale ricorso alla Sezioni Riunite della Corte dei conti”.

Ricorso che l’AMBC ha cercato invano di scongiurare, facendo presente fin da subito che si sarebbero buttati dalla finestra altri soldi pubblici e si sarebbe perso altro tempo prezioso per iniziare il risanamento (ma in questa brutta storia questi signori -frastornati dal “pifferaio tragico”- hanno fatto l’impossibile per cercare di perdere tempo e di non prendere atto del disastro che hanno fatto). Ma tutto ciò non è accaduto: Lavanga ha illegittimamente avocato a sé il tutto, ha deciso “in solitaria” di dover presentare il ricorso, ha scelto ben 3 consulenti (scelti come?) e ha accettato il compenso da loro richiesto. Compenso prontamente liquidato, a differenza di altri avvocati o di altri consulenti. Perché? Ma un’altra domanda è d’obbligo: Come è stata verificata la congruità di tali compensi, visto che da un nostro riscontro relativo ad altri ricorsi di altri Comuni alle Sezioni Riunite della Corte dei conti, il compenso sborsato dal comune di Mondragone risulta di gran lunga il più alto?

Un dato certo, sì ho speso circa 80 mila euro per esperti, perché ho messo i migliori esperti, ho messo i migliori avvocati”, ha dichiarato Lavanga nella seduta del Consiglio comunale del 22 Ottobre 2024.

Ma come avrà fatto a stabilire che quelli che lui ha scelto sono i migliori? E, insistiamo, come avrà stabilito la congruità di quelle parcelle? Ed è proprio su questo sciagurato ricorso che Lavanga ha gettato la maschera, appalesandosi finalmente per quello che è: non il Sindaco di tutte le cittadine e i cittadini di Mondragone, bensì solo un Sindaco di parte, quella parte che ha fatto fallire la città. Nella stessa seduta del Consiglio comunale del 22 Ottobre 2024 Lavanga tra le tante altre “incredibili” dichiarazioni ha infatti affermato: “Ho preso io questa decisione non solitario, certamente con tutta la maggioranza …”. Sì, avete letto bene: per Lavanga contano soltanto i Consiglieri della sua maggioranza, quelli d’opposizione non contano un cazzo. Ha consultato “in camera caritatis” soltanto i suoi e ha tenuto fuori da qualsiasi informazione e decisione i Consiglieri comunali d’opposizione (per non parlare dell’intera Città). Occorrerebbe far presente una volta per tutte alla Prefetta di Caserta che da tempo non ci sono più le condizioni minime di agibilità democratica in grado di assicurare a tutti i Consiglieri comunali, a partire ovviamente da quelli d’opposizione, il corretto esercizio del mandato ricevuto dai cittadini. (Nella foto Giovanni Zannini e Francesco Lavanga)

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