L’Antartide diventerà la ‘cassaforte’ per il ghiaccio più antico delle Alpi, il cui studio aiuterà a prevedere il futuro del clima. Questo l’obiettivo della missione ‘Ice Memory‘, condotta con successo in questi giorni sul Monte Rosa, dove un team italo-svizzero di scienziati, ha prelevato due carote di ghiaccio superficiali, e due profonde oltre 82 metri.
Qualora le analisi lo confermassero, significherebbe che in Antartide sarà conservato il ghiaccio più antico dell’arco alpino. Si tratta di un progetto congiunto tra CNR, Università Ca’ Foscari Venezia, Università Grenoble Alpes, Università, Istituto nazionale francese per le ricerche sullo sviluppo sostenibile (Ird), Istituto polare francese (Ipev) e Programma nazionale per le ricerche in Antartide (Pnra) per quanto riguarda le attività alla stazione Concordia in Antartide Lo scopo è quello di creare in Antartide una ‘biblioteca’ dei ghiacci: un archivio di campioni provenienti dai ghiacciai attualmente in pericolo di ridursi o scomparire.
“La spedizione è stata un successo: il team ha estratto due carote di ghiaccio profonde oltre 80 metri da un sito importantissimo perché mantiene le informazioni del clima e dell’ambiente degli ultimi 10mila anni. – afferma Carlo Barbante, direttore Cnr-Isp e professore a Ca’ Foscari – Il team ha lavorato bene nonostante le condizioni molto dure, con giorni di vento forte e neve. Ora questo prezioso archivio della storia climatica delle Alpi potrà essere conservato per il futuro”. E’ questa la terza missione di Ice Memory, dopo quella del 2016 sul Monte Bianco e del 2020 sul Grand Combin.