ACERRA – Non solo una professionista, un avvocato, ma una donna colpita negli affetti più profondi: “Ho iniziato a occuparmi della Terra dei Fuochi perché non sopportavo più il degrado e le condizioni di inciviltà in cui siamo costretti a vivere. E perché tanta gente moriva attorno a me, tra cui mio padre, portato via da una leucemia e da un cancro alla vescica che lo ha consumato in tre mesi”.
Così Valentina Centonze, 45enne avvocato di Acerra che ha assistito i 71 ricorrenti, tra cittadini e associazioni, cui la Cedu ha dato ieri ragione condannando lo Stato Italiano per la decennale inerzia nei territori a cavallo tra Napoli e Caserta distrutti dagli sversamenti illegali della camorra e di imprese spesso abusive. Centonze porta sulla sua pelle i segni dei disastri ambientali della terra in cui è nata e cresciuta.”Anche mia madre – racconta – ha avuto un cancro al seno, ma ora sta bene. In tantissime famiglie di Acerra si contano i malati”. La storica sentenza zittisce tutti i negazionisti. “È l’ora di agire – sottolinea – perché in questi anni si è fatto poco. Basta andare sul sito della Regione nella parte del Piano Regionale delle Bonifiche, che riporta un censimento dei siti inquinati addirittura del 2005 e gli interventi fino al 2010. Dopo cosa è stato fatto, perché il sito non è aggiornato”?