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Martusciello, Pascale, il diavolo e l’acqua santa

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L’Editoriale di Antonio ArricaleDe minimis non curat praetor, verrebbe da dire. E, però, l’editoriale di ieri su Martusciello merita un approfondimento. Non fosse altro per capire se l’avvertimento lanciato dall’eurodeputato di Forza Italia – “O la Lega fa una scelta civica,

o non ci sarà nessun apparentamento per le regionali in Campania” – al deputato Gianpiero Zinzi, coordinatore della Lega, qui in Campania, sia semplicemente “una voce dal sen fuggita” oppure nasconde qualcos’altro.

Intanto, l’occasione è utile per ribadire un concetto, marginale a mio avviso, rispetto al contesto politico in cui lo avevo inserito. Insomma, “le offese rivolte” nel raduno di Pontida “ai casertani e ai napoletani sono vergognose e inaccettabili” anche per me. Punto.

Ma torniamo a Martusciello. Il coordinatore regionale di Forza Italia non può averla sparata lì “tanto per”, rischiando un serio incidente diplomatico con un alleato della coalizione di governo. Certo, un’alleanza assai scomoda, come il continuo e pressoché quotidiano battibecco tra i due leader nazionali – Salvini da una parte e Tajani dall’altra – vanno offrendo all’opinione pubblica sulle più disparate tematiche: dall’autonomia allo jus scholae, al voto austriaco, a Ursula bis, finanche sull’obbligo del casco sui monopattini e via discorrendo.

Deve esserci necessariamente dell’altro.

Ad illuminare, allora, con un fascio di luce la scena è il caso forse di recuperare un’intervista rilasciata alla Stampa da Francesca Pascale, la fidanzata storica di Silvio Berlusconi, che nonostante il matrimonio con Paola Turci (hanno divorziato, si può dire per due donne?) è rimasta molto addentro alle cose di casa Arcore e, soprattutto, di Forza Italia. La Pascale, anzi – napoletana come Fulvio Martusciello, con il quale conserva un ottimo rapporto – sia pure non direttamente, sta cavalcando la fronda contro Tajani e, dunque, questo governo. “Ho cominciato a sentirmi a disagio in Forza Italia, che è il mio partito di riferimento, quando ha cominciato a farsi condizionare da alleati che sono opposti al suo spirito liberale. Con Lega e FdI non siamo anime affini”, ha detto la Pascale, interpretando umori e sentimenti che covano da mesi sotto la cenere di larga parte dell’establishment azzurro.

Se ne deduce, dunque, che l’alleanza di centro-destra comincia a stare molto stretta a FI (che, peraltro, alcuni sondaggi danno dietro alla Lega) per cui le avanguardie degli azzurri stanno manovrando per trovare nuovi approdi. I contorni dell’operazione, però, al momento non sono ancora definiti. Lo potrebbero diventare dopo i risultati delle elezioni regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, che diranno chi comanda cosa. E potrebbero, perciò, riservare non poche sorprese anche nel campo dei progressisti e dare la stura ad un sorprendente rimescolamento delle carte. Insomma, prepariamoci a nuovi giri di valzer, soprattutto a livello territoriale, dove – proprio qui in Campania – abbracciati in pista potrebbero ritrovarsi il diavolo e l’acqua santa.

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