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Magliocca non molla: incontra dirigenti, amici e funzionari della Provincia per informarsi sulle vicende dell’ente di via Lubich

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PIGNATARO MAGGIORE (aa) – Niente, c’è poco da fare. Non mollano. È come una droga, la gestione del potere: crea dipendenza. Ancor più se ci si porta dentro la convinzione di essere stato, per lunghi anni, una sorta di taumaturgo, di benefattore, di dispensatore di grazie.

E poco importa se prebende, favori, attenzioni, posti, risorse generosamente sparse a destra e a manca (dunque, dilapidate come noi siamo più propensi a ritenere) siano state, invero, risorse importanti sottratte alla collettività, al bene comune, al merito, ai meno abbienti. Risorse, insomma, che sarebbero dovuto servire per creare condizioni migliori di sviluppo diffuso e generalizzato, e non per condannarci ad essere la provincia, la regione, l’area più degradata del paese.

Prediamo il caso dell’ex presidente della Provincia, Giorgio Magliocca. Da alcuni giorni l’ex numero uno del palazzo di via Lubich è visto in una frenetica attività di incontri. Ovviamente non accasionali, semmai programmati con una certa logica e temporalità. Ovviamente, per quanto possibile, lontano da occhi indiscreti, che però non mancano mai. A Pignataro Maggiore, ovviamente, dove a prima vista sembrerebbero avvenuti quasi per caso, lungo la strada che porta a casa dell’ex presidente. Oppure al Russo Center, in zona Pastorano, all’uscita del casello autostradale di Capua. Spesso, molto più spesso però presso il comune di Sparanise, dove è dirigente dell’area Bilancio.

Incontri, come si diceva, che non possono essere occasionali, dal momento che in fila si sono visti – secondo i nostri informatori – alcuni dirigenti della Provincia, ma soprattutto funzionari intermedi, in particolare quelli assunti durante il suo secondo mandato.

Magliocca chiede dell’aria che tira, si informa sui procedimenti amministrtivi in corso, chiede degli sposastamenti o incarichi nuovi assegnati dal facente funzione che avrebbe voluto silurare l’ultimo giorno del suo mandato, Marcello De Rosa, reinsediato alla presidenza da un ricorso in auto-tutela al Tar (il giudizio di merito si terrà ad aprile). Ma soprattutto chiede quando, se e che possibilità ci sono perché il controricorso – si fa per dire – al Consiglio di Stato, sempre in autotutela, di Gaetano Di Monaco, previsto in discussione il 30 gennaio prossimo, abbia possibilità di accoglimento.

Ed è proprio questo, sembrerebbe, il principale cruccio dell’ex presidente della Provincia: Di Monaco era l’uomo giusto da insediare al suo posto, e che dunque gli avrebbe consentito di manovrare da remoto tutta la fase di accompagnamento alle nuove elezioni del presidente e di condizionare anche candidature e posizionamenti in vista delle prossime regionali.

Una programmazione, ora – con la presenza di Marcello De Rosa la vertice della Provincia, il quale peraltro ha dichiarato di voler riportare legalità e trasparenza in tutti i procedimenti amministrativi – diventa ogni giorno più difficile.

Lo starebbero ad indicare – dicono i nostri informatori – le facce degli interlocutori che Giogio Magliocca incontra: facce che arrivano soddirendi al saluto iniziale, ma che diventano rabbiuate al momento del commiato.

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