Negli ultimi giorni, la Divisione Anticrimine della Questura di Lodi, sempre impegnata nel costante monitoraggio dei fenomeni che minano la pacifica convivenza dei cittadini e pregiudicano l’ordine e la sicurezza pubblica nell’intera provincia, a seguito di particolareggiati approfondimenti, ha emesso 11 misure di prevenzione personali.
Il Questore di Lodi ha emesso cinque DASPO URBANO – cc.dd. Daspo Willy – per i 4 ragazzi ed una ragazza, di età compresa tra i 21 e i 29 anni, tutti residenti a Lodi, che nella notte del 29 gennaio u.s. si sono resi responsabili di una rissa in Corso Umberto nelle adiacenze di un bar del centro di questo capoluogo. Rissa sedata grazie all’intervento delle pattuglie della Polizia di Stato e dei Carabinieri, cui è seguita una denuncia alla Procura della Repubblica per i reati di rissa, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il Questore, nell’adottare i provvedimenti, ha tenuto conto del “contributo” fornito dai correi nella rissa, emettendo divieti di accedere e stazionare all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi che somministrano alimenti e bevande presenti nel centro storico di Lodi da sei mesi ai due anni.
Sono stati inoltre emessi dal Questore di Lodi quattro avvisi orali:
un provvedimento nei confonti di un 30enne italiano, residente in provincia, segnalato quale autore di gravi reati contro la persona e contro il patrimonio che hanno creato allarme sociale; altri tre invece, su proposta della Compagnia Carabinieri di Lodi, nei confronti di una coppia di pluripregiudicati 50enni, legati da una relazione sentimentale, resisi responsabili in concorso di una serie di reati contro il patrimonio e la persona, e uno emesso nei confornti di un cittadino romeno 36enne gravato da segnalazioni per reati contro la persona, spesso trovato in stato di ebbrezza alcolica tale da rappresentare turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il Questore di Lodi ha adottato il provvedimento dell’ammonimento per violenza domestica nei confronti di un cittadino comunitario 50enne, residente in questo capoluogo, responsabile di episodi di maltrattamenti verso la moglie convivente. Azioni compiute attraverso percosse, minacce, offese, atteggiamenti provocatori e svilenti, il tutto riconducibile a violenza fisica e psicologica in famiglia di cui al codice rosso (Legge 69/19). La notizia criminis è pervenuta attraverso la richiesta di intervento da parte di un vicino di casa che aveva udito le urla della donna.