L’intrigo affaristico italo-tunisino finisce a Report: dubbi e responsabilità nell’incendio delle ecoballe a Persano

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Su Report, la trasmissione Rai condotta da Sigfrido Ranucci, la vicenda di 6mila tonnellate di ecoballe stoccate dalla Regione Campania nel presidio militare – non custodito – di Persano, che nell’estate scorsa – alla vigilia della rimozione – sono state misteriosamente date alle fiamme con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute dei cittadini di diversi comuni dell’area e fino alla foce del Sele.

Come si ricorderà, la vicenda risale al 30 luglio scorso. Le ecoballe erano rientrate a Persano nel febbraio di due anni fa, dopo essere state esportate illegalmente dal salernitano alla Tunisia, dove scatenarono le proteste degli ambientalisti e delle comunità locali. La Regione era stata incaricata di trovare soluzioni provvisorie a quello che appare un vero e proprio intrigo politico-affaristico.
I rifiuti avevano già preso fuoco in Tunisia, prima di essere riportati nel salernitano. Secondo l’Accordo di programma dalla Provincia di Salerno e dall’Ente d’ambito per il ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale, i rifiuti avrebbero dovuto restare a Persano “per un periodo strettamente necessario alle operazioni di analisi, in vista del loro trasferimento presso impianti di trattamento finale fuori regione”.  Ma così non è stato.

L’inchiesta ha suscitato più di un interrogativo, cui la Regione – a precise domande del giornalista – non ha dato risposta. Anzi, il presidente della Regione (ma lo stesso ha fatto anche l’assessore all’Ambiente il vice presidente Bonavitacola) ad un certo punto ha chiesto addirittura di essere ringraziato, per aver trovato una soluzione al ministero degli Esteri che in qualche modo è parte della vicenda.

Ringraziamento che i sindaci dei comuni dell’area, indignati, si sono ben guardati dal fare, puntando il dito su precise responsabilità della Regione e sulla gestione dell’intera vicenda.