Giornata mondiale della fauna selvatica: Legambiente fa il punto sulla tutela della biodiversità nella nostra penisola e realizza un focus su sette specie simbolo delle attività di conservazione della natura nelle aree protette più antiche d’Italia.
Il nostro Paese è caratterizzato da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi a livello europeo sia per numero totale di specie animali e vegetali, sia per l’elevata presenza di endemismi. L’Italia ospita infatti circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa.
Malgrado questa ricchezza, i dati delle Liste Rosse italiane realizzate dal Comitato Italiano IUCN e dal Ministero della Transizione Ecologica – che ci forniscono informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali – restituiscono un quadro preoccupante in cui la biodiversità sta rapidamente diminuendo come conseguenza diretta o indiretta delle attività umane.
La natura è il regolatore climatico più efficace ed anche il più potente elemento di immagazzinamento della CO2, e la perdita di biodiversità influenza direttamente la stessa capacità degli ecosistemi contribuire a frenare il surriscaldamento del pianeta. Conservare la biodiversità è quindi una delle prime condizioni per aiutare a ridurre le emissioni di gas serra e a rendere gli ecosistemi più resistenti e capaci di proteggersi da soli.
Il ruolo delle Aree protette
I parchi e le aree naturali sono preziosi alleati per frenare la perdita di biodiversità, contrastare la crisi climatica e mantenere efficienti gli ecosistemi. Nel nostro Paese alcune specie faunistiche di grande importanza per la loro funzione ecologica, ed in particolare i grandi carnivori, sono fortemente minacciate. mentre per altre le popolazioni sono oramai ridotte a pochissimi esemplari. I Parchi e le Riserve in molti casi hanno fornito azioni e attività importanti per evitarne l’estinzione o per ridurre i rischi, e le aree protette oggi rappresentano dei presidi sicuri di conservazione attiva di tante specie a rischio.
Le specie simbolo delle aree protette più antiche della Penisola
Stambecco, aquila reale, orso marsicano, lupo, camoscio appenninico, scarpetta di Venere e gatto selvatico. Sono quest’anno al centro del report di Legambiente dal titolo “Natura Selvatica a rischio in Italia” dove troverete il punto sulla biodiversità della nostra Penisola e un focus su queste sette specie presenti nel Parco nazionale del Gran Paradiso (PNGP) e nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), le due aree protette più antiche della Penisola e che festeggiano cento anni di storia. Tutte costituiscono esempi di specie prioritarie da tutelare e in alcuni casi fortemente minacciate (come ad esempio nel caso della la scarpetta di Venere, dell’orso bruno marsicano e del gatto selvatico), che si ergono a simbolo delle attività di conservazione della natura e in qualche modo ambasciatrici di territori di incomparabile bellezza ed importanza.
Giornata mondiale della fauna selvatica
Recuperare le specie chiave per il ripristino dell’ecosistema: è il tema scelto per questa edizione del 2022 del World Wildlife Day (WWD), il più importante evento annuale mondiale dedicato alla fauna selvatica. La Giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013 per celebrare, ogni 3 marzo, la ricorrenza della firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) avvenuta nel 1973 a Washington ed emendata a Bonn nel 1979. Milioni di persone fanno affidamento anche sulla natura come fonte di sostentamento e opportunità economiche, e la Giornata mondiale della fauna selvatica promuove quindi il dibattito verso la necessità di invertire il destino delle specie più in pericolo di estinzione, di sostenere il ripristino dei loro habitat ed ecosistemi e di promuoverne l’uso sostenibile da parte delle comunità umane.