L’editoria italiana è sempre più in crisi, con dei dati ancor più negativi registrati nell’ultimo anno: solo nel secondo trimestre 2020, il 17,6% degli italiani ha scelto in media di informarsi sui quotidiani, evidenziando un crollo totale nelle preferenze.
La relazione annuale dell’Agcom presentata alla Camera non lascia scampo, mettendo sotto i riflettori anche i dati dell’Unione europea. Si osserva infatti un declino di 12 punti (dal 38% al 26%) nel periodo che va dal 2010 al 2018. Per quanto riguarda la televisione, si registra una diminuzione dei ricavi del settore (-5,2%), dovuta alla difficoltà nel raccogliere sponsor negli anni influenzati dal covid (-11%). Riduzione dei ricavi da abbonamenti e pubblicità anche per le televisioni a pagamento (-0,5%) con tanti palinsesti interrotti nel lockdown. I primi tre operatori, (Sky, RAI e Fininvest), canalizzano comunque ancora più dell’80% delle risorse.
Nell’editoria dei quotidiani, l’autorità per le comunicazioni nel 2020 ha censito 105 testate, per un valore complessivo di 1.103.826.466 copie (-13,4% rispetto al 2019). Anche nel 2020, nessun editore ha superato la soglia di legge stabilita al 20% della tiratura globale. Infine, anche nel settore radiofonico, nell’ultimo anno si sono registrate riduzioni degli spostamenti in auto (-67% dell’utilizzo di automobili), dell’ampio ricorso al lavoro agile (+64% del lavoro in casa), con una diminuzione del numero degli ascoltatori della radio (-17%), mentre è aumentato il tempo di ascolto da parte dei fruitori abituali.