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Le dimissioni di Ferraro fanno esplodere le contraddizioni in seno al Movimento 5 Stelle. Intanto Aversano cerca casa nella Lega?

in N-Style/News by

MADDALONI (Carlo Pace) – Le dimissioni del consigliere comunale Michele Ferraro dai Cinque Stelle riaccendono le polemiche in seno al Movimento, tanto più in vista delle prossime elezioni regionali su cui pesano, evidentemente, molte incognite.

A cominciare da chi prenderà il posto di Salvatore Aversano, il consigliere regionale (Gruppo Azione-Per-Pri) di San Marcellino eletto con i 5Stelle, appunto, e successivamente traslocato in +Europa e che, ora, indiscrezioni giornalistiche collocano nell’orbita di Giampiero Zinzi e, dunque, con la Lega.

Ferraro è, dunque, “vittima” delle lotte correntizie che da sempre lacerano la vita degli ex grillini in provincia di Caserta, ma che sono riemerse in tutta evidenza all’indomani della scomparsa del parlamentare Antonio Del Monaco. Questi, infatti, che di Ferraro era mentore, era a sua volta da sempre maldigerito da Agostino Santillo, il senatore di Casapulla intanto diventato punto di riferimento del Movimento in provincia di Caserta e a cui fa riferimento, evidentemente, l’attuale coordinatore provinciale Giuseppe Buompane.

Intrecci ed appartenenze da cui non si può prescindere per inquadrare, dunque, l’intera vicenda. Michele Ferraro, infatti, fu deferito ai probiviri, all’indomani delle elezioni provinciali dello scorso anno, per non aver rispettato le direttive emanate dal coordinatore provinciale.

Era accaduto, in pratica, che i tre consiglieri comunali dei cinque stelle (Ferraro di Maddaloni, Rosalba Cibelli di Marcianise e Raffaele Aveta di Santa Maria Capua Vetere) s’erano acconciati nella lista preparata da Stefano Graziano (Pd) – quando il patto consociativo con Giovanni Zannini (De Luca presidente) e Giorgio Magliocca (Forza Italia) ancora resisteva – facendo convergere i voti su Rosalba Cibelli e, dunque, disattendendo le indicazioni di Buompane. Cibelli, peraltro, riportò più voti di quanti erano nella disponibilità dei 5Stelle, al punto che fu lo stesso Agostino Santillo a dichiarare con soddisfazione: “Alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale di Caserta emerge un dato politico non trascurabile: la somma dei voti ottenuti dai candidati del Movimento 5 Stelle è maggiore dei numeri che potevamo esprimere attraverso i nostri amministratori. Questo significa, al di là di tutto, che esiste un interesse verso la nostra compagine politica, che vanta una forte credibilità sia nazionale che locale, nei comuni dove siamo chiamati ad amministrare. Andiamo avanti con buone premesse guardando ai prossimi appuntamenti elettorali a livello comunale, di europarlamento e regione”.

Dichiarazione, tuttavia, che non evitò al Ferraro – e soltanto al Ferraro – di essere deferito ai probiviri, che però ad oltre un anno di distanza non hanno adottatto alcun provvedimento, paralizzando – di fatto – le azioni del Movimento sul territorio.

Ma il quadro delle lacerazioni correntizie diventa anche più evidente, laddove si consideri che in occasione delle elezioni comunali di Maddaloni fu Michele Ferraro – su indicazione di Del Monaco – ad essere candidato a sindaco per il M5S (riportando peraltro 600 voti in più della lista) e non Concetta Santo, che era invece la candidata proposta da Santillo e Buompane.

Questo il quadro della situazione attuale che, dunque, appare molto confuso, lacerato e intricato. “E che al momento difficilmente potrà essere chiarito – riferisce un vecchio militante 5Stelle che preferisce rimanere anonimo e al di fuori della mischia – in assenza di un forte e franco confronto interno, che al momento però non sembra essere all’orizzonte”.

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