di Antonio Arricale – L’unica lista in campo per il rinnovo parziale del Consiglio di distretto casertano dell’Ente idrico campano (Eic) è “Acqua al centro”, organizzata Giovanni Zannini. In collaborazione – si dice – con il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca.
I due vanno di conserva. Nel senso che, se Giorgio presiede l’ente territoriale della ex Saint Gobain lo deve, appunto, al plenipotenziario del governatore Vincenzo De Luca in Terra di Lavoro. Poco importa, infatti, se Giorgio indossa la casacca di Forza Italia.
Zannini è ecumenico. Per lui, destra o sinistra pari sono. Etichette fuori dal tempo utili soltanto per arrivare all’occupazione del potere. E il potere lo si conquista con chi ci sta. Mettendo le mani su tutto.
Così, per non perdere il controllo sul braccio casertano dell’Eic, ente che a sua volta “controlla” ITL spa, vale a dire, l’ex consorzio idrico di Terra di Lavoro, ha raccattato chi ci stava: il consigliere regionale di Italia Viva, Vincenzo Santangelo, il coordinatore regionale di Azione, Luigi Bosco. Entrambi poca cosa dal punto di vista della consistenza numerico-politica, e però sufficiente per escludere gli altri partiti da giochi.
Anche perché gli altri partiti – così sembrerebbe, almeno dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa – da questa partita hanno pensato bene di sfilarsi. Nel senso che – fanno capire – alle questioni legate agli enti di gestione delle risorse idriche dovrebbero interessarsi altri settori della pubblica amministrazione. Tradotto dal politichese, la magistratura.
Ovviamente, non è di quest’avviso Giovanni Zannini che, infatti, ha commentato senza mezzi termini, “come l’assenza dei partiti da questa competizione sia dovuta ancora una volta alla mancata capacità degli stessi di conquistare la fiducia di cittadini e amministratori”. E calcando ancor di più la mano ha aggiunto: “Nessuna lista è stata presentata da Pd, M5s, Lega e Fdi e dai rispettivi parlamentari Graziano, Camusso, Santillo, Zinzi, Cangiano e Cerreto che non sono riusciti neppure a raccogliere le firme necessarie dei sindaci sottoscrittori”.
Dichiarazione che mal si concilia, appunto, con la presa di posizione del Pd secondo cui “i motivi dell’assenza del partito a queste elezioni rientrano in una scelta dettata innanzitutto dall’assenza di risposte e soluzioni ai numerosi contenziosi e problemi con numerose amministrazioni comunali della provincia”. Quindi con “Contenziosi e problemi che incidono innanzitutto sui cittadini, e anche sui bilanci e le previsioni di bilancio dei comuni interessati”.
Argomentazioni non lontane da quelle della Lega, per la quale, ha spiegato il consigliere regionale, Antonella Piccerillo, in una nota: “Intendiamo lanciare un segnale chiaro e inequivocabile nei confronti di un Ente dalla gestione poco trasparente e a chiara impronta deluchiana”. Aggiungendo: “L’assenza dei partiti a questa competizione non è un segnale di debolezza, come qualcuno vorrebbe far credere, ma una presa di distanza da un sistema che non fa bene al territorio e ai cittadini”.
Dello stesso tenore anche Fratelli d’Italia, che attraverso il consigliere regionale Alfonso Piscitelli ha fatto sapere che: “Se persino il Pd oggi di fatto ha il terrore politico di allearsi con quelli che spesso sono stati i suoi alleati naturali nell’area moderata di Zannini & company e di gestire con loro l’Eic, è ben chiaro perché noi abbiamo deciso di restarne fuori, considerando che denunciamo questo sistema di potere da anni”.
Ma, alla fine – si domanderanno in molti – che cos’è questo Ente idrico campano?
È un ente di mero controllo – ci hanno precisato, un po’ balbettando, dalla segreteria di via De Gasperi a Napoli. Nel senso che si occupa di tariffe, controllo della qualità delle risorse, controllo dei gestori. I quali, appunto, cambiano in ogni provincia. A Caserta, per esempio, il gestore è ITL spa (l’ex consorzio idrico, di cui è socio unico la Provincia di Caserta, da una vita presieduto da Pasquale De Biasio, ex sindaco di Carinola –. La spa attualmente ha un bilancio di una decina di milioni all’anno e, dunque, è chiamata (l’incarico è fino al 2027, ma è prorogabile per ulteriori tre anni) a gestite una bella quota dei 290 milioni di euro complessivi con cui la Regione Campania (coi fondi Fers 2021-2027) ha finanziato il Piano regionale per acque e depurazione redatto, appunto, dall’Eic.
Ente pletorico – nemmeno a dirlo – che si articola con un comitato esecutivo composto da un presidente e da 20 componenti, cui si aggiungono altri sette Consigli di distretto, ciascuno dei quali composto da 30 componenti, per un numero complessivo, dunque, di oltre 220 persone. Nemmeno il politburo del Pcus.