Latte irregolare, mozzarella flop e sequestri: una tempesta in un bicchiere d’acqua. Nel mirino c’è solo il Sian

in N-Style/News/Uncategorized by

(a.a.) – Una tempesta in un bicchier d’acqua. Ecco: mettiamola in questo modo, e chiariamo per tutti. A cominciare da noi stessi.

L’altro giorno Notix – non siamo stati i soli, in verità – ha pubblicato la notizia del sequestro di un quantitativo di latte disidratato eseguito dagli ispettori dell’Ente nazionale per il controllo qualitativo e la prevenzione delle frodi alimentari, stoccato presso le aziende Eurofrigo e FrigoCampania di Gricignano d’Aversa.

Una notizia che, ad una lettura superficiale, ha fatto passare in secondo piano la questione tecnico-giuridica sottesa alla vicenda, ingenerando facili e fuorvianti conclusioni, che vale la pena fugare definitivamente. E ciò, non fosse altro, anche per evitare di stare a precisare, rettificare, correggere, riportare il punto di vista delle aziende toccate ingiustamente dalla vicenda e, precisamente: Marchesa, La Baronia, Fattorie Garofalo e Sorì. A proposito di quest’ultima azienda, anzi, dobbiamo essere grato all’amministratore, Antonello Sorrentino, per averci instradato, con molto garbo, sulla corretta interpretazione della vicenda.

La quale, tradotta all’essenza, è questa. Il sequestro di cui si è parlato non ha nulla a che vedere con presunte irregolarità sanitarie o mancanza nella tracciabilità e stoccaggio del prodotto, ma ad “un’errata interpretazione – riporto alla lettera lo scritto di Sorrentino – della normativa L.138/1974, “figlia” di un Regio Decreto datato 1929 e che non riguarda il latte bufalino, ma solo ed esclusivamente quello vaccino”.

Ora, premesso che il latte concentrato/congelato ha il solo limite che non può essere utilizzato per il prodotto Dop (denominazione di origine protetta): in ogni caso “i produttori, gli importatori, i grossisti e gli utilizzatori di latte in polvere o di altri latti comunque conservati devono tenere aggiornato un registro di carico e scarico. Il registro di cui al primo periodo è dematerializzato ed è realizzato nell’ambito del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN)”. Sistema, dunque, che svolge una funzione generale di monitoraggio dei flussi negli scambi commerciali del settore lattiero-caseario.

Insomma, il problema sollevato è tutto qui: nella interpretazione della norma e corretta gestione del Sistema, rispetto al quale, i produttori lattiero caseari hanno deciso di presentare ricorso al Tar, cui si affida – dunque – il compito di sciogliere ogni dubbio. Decisione, peraltro, che è attesa a giorni. E di cui – a questo punto –alle aziende ricorrenti e ai nostri lettori daremo doverosamente conto.