“Fare profitto sulla salute dei consumatori e a danno dell’ambiente non è accettabile”. I circoli Legambiente di Arluno, Canegrate, Nerviano e Parabiago informano l’opinione pubblica di aver inviato formale richiesta alle amministrazioni coinvolte, di costituirsi parte civile nel procedimento in atto circa lo sversamento illecito dei fanghi tossici sulle aree agricole della zona del Legnanese. Il tutto con richiesta di mappatura e bonifica dei terreni inquinati.
“Ci riferiamo a quanto accaduto alcune settimane fa, quando la magistratura e i Carabinieri Forestali, hanno accertato che un’azienda del bresciano, avrebbe fornito 150.000 mila tonnellate di fanghi tossici, spacciandoli come fertilizzanti, in molte regioni del nord Italia“. Tra i terreni interessati, ci sono diverse aree agricole fra Canegrate e Parabiago, in pieno Parco del Roccolo.
“Legambiente nazionale si costituirà parte civile, abbiamo quindi inviato una lettera chiedendo alle amministrazioni ed agli enti parco eventualmente coinvolti a fare lo stesso. Sebbene l’uso dei gessi in agricoltura, risultanti dal trattamento dei fanghi di depurazione, sia ammesso per legge, chiediamo una revisione della normativa che permetta alle Agenzie Regionali più controlli, in ottica di salvaguardare i suoli agricoli e di conseguenza la salute dei consumatori e l’ambiente. Manifestiamo piena fiducia nell’azione inquirente, che possa fare velocemente chiarezza e individui le responsabilità di questo possibile disastro ambientale. Purtroppo, le segnalazioni dei comitati e dei cittadini del bresciano, che da anni denunciavano miasmi ed esalazioni nei pressi della WTE (l’azienda che avrebbe dovuto trattare i fanghi), pare abbiano avuto la peggiore delle conferme. Legambiente è a favore di un’agricoltura pulita, meglio se biologica, a filiera corta e locale, non intensiva e rispettosa della biodiversità”.