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La ‘ndrangheta colpisce ancora: truffa sui carburanti a Napoli

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Si chiude il cerchio sulla truffa dei carburanti grazie alle attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai Ros dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro.

Il giusto epilogo per le attività illecite di interesse dell’associazione di stampo mafioso capeggiata dal clan “Mancuso” di Limbadi (VV), nell’ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio.

I beni già sottoposti a sequestro di urgenza, sequestrati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, riconducibili a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti, a seguito di convalida, da parte del gip, del provvedimento emesso d’urgenza dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli Amministratori Giudiziari.

Nella mattinata odierna, è stato dato seguito all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro nei confronti di 56 indagati, dei quali 28 sottoposti alla custodia cautelare in carcere, 21 agli arresti domiciliari, 4 all’obbligo di dimora e 3 a misura interdittiva, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, e dei Sostituti Procuratori . Andrea Mancuso, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo.

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