Nella giornata di oggi la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità di otto referendum: quelli su eutanasia attiva e cannabis legale, e i sei referendum sulla giustizia.
I quindici giudici, presenziati da Giuliano Amato, giudicheranno se le questioni al centro dei referendum non rientrino in una delle quattro categorie di leggi che, secondo l’articolo 75 della Costituzione, non possono essere sottoposte a questo tipo di votazione e valuteranno se ci siano altri criteri di inammissibilità.
Il loro pronunciamento a favore dei referendum, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indirà con un decreto i referendum e fisserà la data tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Ecco in dettaglio i vari referendum:
- Il referendum sull’eutanasia legale propone di abrogare una parte dell’articolo 579 del codice penale. L’articolo punisce l’omicidio di una persona consenziente, il depennamento permetterebbe l’eutanasia attiva e darebbe il via la somministrazione del farmaco necessario a morire da parte del medico. Al momento considerato illegale in Italia.
- Il referendum sulla cannabis agisce sul Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope sia sul piano della rilevanza penale, sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. I proponenti chiedono la depenalizzazione della coltivazione e la carcerazione per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito. Inoltre, propone di eliminare in ambito amministrativo le sanzioni della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, ad oggi condotto previste all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.
- I referendum sulla giustizia sono sei e arrivano proprio mentre il parlamento sta affrontando la discussione sulla riforma strutturale della giustizia e ha visto l’approvazione in Consiglio dei Ministri della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario della Ministra Marta Cartabia.
Il primi due quesiti riguardano la responsabilità civile dei magistrati e la separazione delle carriere, il terzo interviene sulla custodia cautelare, il quarto chiede di abolire la legge Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva. Il quinto riguarda il requisito della raccolta firme per il magistrato che intende candidarsi al Csm e per quanto riguarda l’ultimo, interviene sulla valutazione dei magistrati e che possono essere composti anche da membri non togati, dando a quest’ultimi la possibilità di esercitare il diritto di voto sulle valutazioni dei magistrati.