“In un confronto tra tutte le federazioni di CEPI sono emersi una serie di questioni e problemi che riguardano la quotidianità e la prospettiva delle nostre imprese data la situazione che si è creata prima con il covid e poi con la guerra in Ucraina che intendiamo sottoporre all’attenzione del governo”. Così Rolando Marciano Presidente delle Confederazione europea delle piccole imprese.
“In particolar modo – prosegue Marciano – tutti hanno lamentato le conseguenze della crisi energetica che colpisce le imprese pesando non poco sulle loro attività e i loro bilanci insieme all’incremento dei prezzi di molte altre materie prime. Per questo abbiamo ritenuto necessario dar vita ad una federazione ad hoc Federcepienergia che ha trovato in Renzo Ricci la persona giusta per guidarla”. “La situazione economica e le prospettive internazionali ci impongono di fare delle scelte tempestive ed immediate per questo abbiamo inviato una lettera aperta – ha concluso Marciano – al presidente del Consiglio Mario Draghi e al governo tutto in cui facciamo una serie di proposte puntuali che crediamo possano trovare una risposta nel breve e nel medio periodo.”
Di seguito le proposte che riguardano l’energia:
1) Congelare molte delle Accise che gravano sulle Bollette «Elettricità» e «Gas»;
2) Congelare molte delle Accise che gravano sui «Carburanti»;
3) Individuare forme transitorie di «Compensazione Economica» in aiuto ad Imprese e Famiglie;
4) Elaborare un «Piano Energetico Nazionale» che abbia una proiezione almeno fino al 2050;
5) Sbloccare, il più possibile, le «Autorizzazioni» alla Costruzione di Impianti per la Produzione di Energia da Fonti Rinnovabili;
6) Emanare i vari Decreti Attuativi mancanti per Favorire lo Sviluppo delle «Comunità Energetiche».
In questo quadro Cepi crede si debba trovare un equilibrio tra produzione e ambiente, tra gli interessi delle parti. Equilibrio che dobbiamo trovare in Europa. Va rivisto per il futuro il patto di stabilità. Crediamo che il Governo nazionale oltre ai sostegni emergenziali, possa individuare nelle filiere non solo uno strumento finanziario ma uno strumento redistributivo. Il cuneo fiscale per il settore agroalimentare in primis è altra questione aperta. Serve un Patto economico sociale che coinvolga tutte le Istituzioni, le forze produttive, i consumatori e le famiglie per un una ridistribuzione dei profitti come si fece ai tempi del governo Ciampi