Il Numero Unico Europeo delle Emergenze è oggi attivo in 11 Regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Sicilia e Province autonome di Trento e Bolzano), con 15 Centrali Uniche di Risposta (CUR) che garantiscono la copertura del 65% della popolazione italiana, pari a circa 3 5 milioni di abitanti.
Il Numero Unico Europeo di emergenza permette ad ogni cittadino, digitando l’ 112, di richiedere il tipo di soccorso di cui necessita (sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e soccorso in mare). La chiamata viene raccolta dalla Centrale Unica di Risposta che, una volta verificatane l’autenticità, la inoltra con i dati di localizzazione del chiamante e del tipo di soccorso, alla sala operativa competente per l’intervento immediato.
Quali sono i punti di forza di questo sistema che la legislazione europea ha indicato e che quella nazionale ha recepito?
Prima di tutto l’accesso gratuito con un solo numero a tutti i servizi di emergenza con localizzazione del chiamante e con la garanzia di un servizio multilingue che permette di accogliere le chiamate negli idiomi più diffusi.
Le CUR, inoltre, effettuano una rilevante azione di filtro delle chiamate improprie (non di emergenza) che garantisce agli enti di soccorso di ricevere esclusivamente quelle richieste che necessitano del loro intervento.
La chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta entro cinque secondi e, nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per qualsivoglia ragione, l’utente viene immediatamente richiamato.
Per far comprendere le dimensioni del servizio assicurato, nel corso del 2021, è sufficiente evidenziare che le Centrali Uniche di Risposta operanti sul territorio hanno gestito quasi 19 milioni di telefonate assicurando la ricezione anche delle chiamate di emergenza generate direttamente dalle autovetture in caso di incidente automobilistico; ciò grazie al sistema e-call. Nel 2021 le segnalazioni gestite con tale modalità sono state circa 75.000.
Ma il NUE 112 assicura anche l’accesso al servizio da parte dei cittadini sordi. È, infatti, ufficialmente operativo dall’estate scorsa il 112Sordi che consente ai cittadini con tale disabilità di accedere, direttamente e in modo equivalente agli altri al servizio di segnalazione delle emergenze attraverso un apposito sistema studiato e realizzato in linea con le direttive europee. Dalla sua attivazione ad oggi il servizio ha ricevuto circa 530 chiamate.
L’attuazione su tutto il territorio nazionale rappresenta, dunque, una formidabile opportunità per garantire l’uniformità e l’efficacia del Servizio NUE 112 anche nell’ottica di integrazione nel più ampio contesto europeo.
Il modello esprime una forte sinergia istituzionale che vede il governo del sistema affidato ad una regia integrata tra Stato e Regioni attraverso la stipula di specifici accordi tra il Ministro dell’Interno ed i Presidenti delle Regioni. Espressione operativa di questo modello è la Commissione consultiva del Ministro dell’Interno nella quale sono rappresentate tutte le componenti del NUE 112 (Ministero dell’Interno, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Difesa, Ministero dell’Economia e Finanze, Dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Ministero della Salute e Conferenza Stato Regioni).
A livello territoriale, sono, invece, le Prefetture Capoluogo di Regione a coordinare i Gruppi di monitoraggio nel cui ambito sono rappresentate tutte le componenti istituzionali coinvolte.
Si tratta di un percorso ormai consolidato che si trova in una fase di forte evoluzione e che sta portando alla rapida definizione di nuovi accordi con le altre Regioni in cui il Servizio non è ancora attivo.