“I primi dati sul 7° Censimento in agricoltura di ISTAT evidenziano la sparizione, in questi venti anni, di circa il 30% delle aziende agricole italiane. Il dato è ancora più pesante se paragonato al censimento del 1982, dal quale sono scomparse quasi due aziende su tre, con una flessione del 63,8%. A pagare il prezzo più alto sono soprattutto le realtà medio piccole, la dimensione delle singole aziende è infatti aumentata, passando da 7 a 11 ettari di superficie agricola utilizzata. Questa situazione fa preoccupare perché si disperde un patrimonio tipico dell’agricoltura italiana che, considerata la situazione economico politica odierna, rischia di diminuire ulteriormente, con molte imprese che usciranno definitivamente dal mercato”.
Questo il primo commento di Claudio Risso, presidente di Terra Viva Cisl, associazione che rappresenta oltre 30mila liberi produttori agricoli, sui primi risultati diffusi da ISTAT in merito al settimo censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020.
“Se da una parte è vero che strutture aziendali più organizzate possono garantire una maggiore offerta di lavoro, dall’altro le realtà medio piccole rappresentano un importante presidio per la tutela del territorio, per la valorizzazione delle eccellenze, per le nostre tradizioni e non vanno lasciate indietro. Dai dati emersi preoccupa anche il difficile ricambio generazionale, che in questi anni non è avvenuto. ISTAT – prosegue Risso – evidenzia come solo il 13% delle aziende censite è guidata da imprenditori under 40. Va ricordato che innovazione, digitalizzazione, investimenti su nuove tecnologie si realizzano, nella maggior parte dei casi, laddove sono i giovani a guidare l’impresa. Ecco che così si rischia di rallentare quel processo di sviluppo, di ammodernamento, di reale transizione ecologica necessario per consolidare il settore agricolo come vero volano per l’economia del Paese”.
“Serve, come abbiamo ribadito anche durante il nostro congresso nazionale, attivare un patto di sistema, attraverso gli stati generali dell’agricoltura che consentano alle associazioni di categoria, parti sociali e istituzioni di progettare insieme un nuovo modello di sviluppo, creando le condizioni per attrarre più manodopera, della quale il settore ha impellente bisogno, e professionalità specializzate, sempre più ricercate. È un’occasione che non va sprecata – conclude il Presidente di Terra Viva – le risorse del PNRR e la nuova programmazione del Piano Strategico Nazionale diventino quindi un’opportunità per il rilancio del comparto”.