MADDALONI – Carlo Pace – Inaugurato in pompa magna, cancellato, infine definitivamente soppresso. Tenuto a battesimo dal ministro e vice presidente del Consiglio Luigi di Maio, il treno merci “veloce” che avrebbe dovuto unire, in poche ore, i centri di logistica di Maddaloni-Marcianise e Bologna, finisce ingloriosamente a deposito.
Avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento di cultura nel trasporto merci, con il passaggio da gomma a ferro – ora di dice, indistintamente, transizione ecologica – resta a sottolineare, invece, il penoso fallimento di un progetto che, per quanto innovativo, non è stato mai sostenuto adeguatamente.
Della sorte del treno merci ad alta velocità, infatti, già all’epoca i sindacati di categoria – che allo sviluppo e consolidamento dell’Interporto affidavano la sorte di molti lavoratori – erano stati facili profeti, ancorché inascoltati, nell’individuare i limiti del progetto. Vale a dire, con un solo committente – benché si chiamasse Amazon – il super treno non avrebbe potuto, nel tempo, fare molti chilometri. E così è stato: molti annunci, ma scarsi risultati.
L’Etr 500 di MercitaliaFast, inaugurato nel 2018 a Maddaloni dall’ex ministro, non solo ha smesso di correre tra lo scalo Maddaloni-Marcianise e l’Interporto di Bologna. I locomotori sono stati riciclati come Freccerosse e i convogli, dapprima adeguati al trasporto merci Roll-Container, sono stati infine rottamati.
Doveva essere un progetto pilota, il primo in Europa, ed era decollato con i migliori auspici. Era seguito con interesse in tutta Europa. Ma non in Italia. Infatti, oltre i proclami a “Cinque Stelle”, come è accaduto la Freccia Bianca di Cancellieri (altro superprogetto per la Sicila) anch’essa rottamata, non resta più nulla.
In realtà non restano nemmeno i protagonisti locali, Di Maio abbandonò il movimento, e oggi lo troviamo nel Golfo Persico, mentre Cancellieri è entrato in Forza Italia.
I sindacati hanno avuto, purtroppo, ragione. La politica, invece, ha ancora una volta perso. Come si fa a non difendere un servizio green per definizione e arrendersi alla cancellazione del treno?
Il “servizio cargo all freight del Polo Mercitalia” è il sistema più efficiente per azzerare l’impatto dei Tir, perché si tratta di un’autostrada viaggiante mediante un trasporto veloce a contenuto impatto ambientale, grazie soprattutto alla capacità di carico equivalente a 18 Tir (120 tonnellate). Prediche inutili: “Un servizio con un solo committente, ovvero Amazon, è destinato a morire”, ammonivano i sindacati di categoria, allegando documenti infarciti di
dati economici. Niente. Furono ferocemente avversati dai “pentastellati maddalonesi e dagli attivisti virtuali”. Risultato? L’Interporto ha perso un asset strategico, un servizio innovativo, posti di lavoro e la possibilità di incrementare l’e-commerce. I grillini promisero, in quella occasione, anche l’imminente avvio di un servizio di distribuzione delle merci dell’ultimo miglio con gli innovativi E-Ducato, furgoni elettrici. Furgoni che non sono mai arrivati. Intanto, anche le commesse sono calate e il treno è stato miseramente soppresso. O, forse, sarebbe meglio dire, evaporato. Come il Movimento 5Stelle, del resto. E con Gigino, che si ritrova – adesso – invece che su un treno superveloce a dorso di un cammello.
Nella foto del 2018, l’inaugurazione, nell’Interporto Sud Europa, del nuovo treno merci veloci. Da sinistra, si scorgono: il sindaco di Maddaloni De Filippo, l’ex sindaco di Marcianise Velardi, l’ex ministro e capo del M5S, Luigi Di Maio .