Sono ventiquattro, contro le trentatré iniziali, le persone che compaiono nell’avviso di conclusione dell’inchiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, a Roma da due settimane, e del sostituto Assunta Tillo sull’inquinamento dei fiumi che era rimbalzata all’attenzione dell’opinione pubblica nel maggio dello scorso anno, quando erano stati sequestrati dodici depuratori tra Benevento, Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo, Telese Terme, Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant’Agata dei Goti .
Inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falsità ideologico: queste le ipotesi di reato contestate a vario titolo in un’attività investigativa condotta dai carabinieri del Noe e supportata da intercettazioni telefoniche e da una consulenza tecnica affidata dalla Procura al dottore Auriemma. Attenzione puntata sulla gestione operativa degli impianti da parte delle Gesesa, sugli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d’acqua.