NAPOLI – Non è rosea in Italia la situazione degli infortuni e dei morti sul lavoro: i dati aggiornati al settembre 2024 parlano di 776 vittime, 15 in più dello stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre.
Il presidente di Vega Mauro Rossato descrive la situazione come “Una crudele moviola non stop”. Come sempre l’indagine si sofferma sull’incidenza di mortalità e infortuni rispetto alla popolazione lavorativa, un indicatore che consente anche di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori: le regioni la cui incidenza infortunistica è inferiore di oltre il 25% rispetto alla media nazionale (che è di 24 morti ogni milione di lavoratori) sono in zona bianca, quelle con un’incidenza tra il -25% e pari al nazionale sono in zona gialla, quelle che superano l’incidenza nazionale fino al 25% sono in zona arancione e quelle che la superano di più del 25% in zona rossa.
A finire in zona rossa a fine settembre 2024 sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia. In zona arancione: Calabria, Molise, Campania, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. In zona gialla: Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.
Per il Veneto dunque si confermano le buone notizie già rilevate nei trimestri precedenti, anche se questo non significa che il problema non esista. “A ricordarcelo settimanalmente – dice ancora Mauro Rossato – c’è la cronaca. Infatti, a fine settembre 2024 le vittime sono 53 con una media comunque drammatica di 6 vittime al mese da gennaio a settembre. Un’emergenza particolarmente vissuta a Verona e a Venezia che contano il maggior numero di decessi”.