DI ANTONIO ARRICALE – Tutti i nodi vengono al pettine o, se preferite, tutte le cambiali arrivano a scadenza. E vanno onorate, ovviamente.
Era mai pensabile, insomma, che dopo aver attraversato in lungo e largo il settore dei trasporti pubblici in Campania, raccontandone misfatti e criticità, non emergesse il sistema politico-clientelare instaurato dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, espresso nel suo aspetto più deleterio: le assunzioni di amici e parenti?
E si badi bene, che a parlare di deriva regional-sovranista, clientelare, familistica, affaristica non siamo noi a dirlo, ma lo hanno scritto, nero su bianco, già nel 2022 venti intellettuali del Pd, tra cui il filosofo Aurelio Musi e lo storico Isaia Sales.
Dunque, a beneficiare del sistema, in particolare, sono soprattutto gli amici della Cisl Trasporti, cui si deve – ricorderete, ne abbiamo parlato nella quinta puntata di questa inchiesta – un frenetico attivismo politico per le liste a sostegno del presidente della Regione e, in particolare, del suo pupillo, l’ingegnere Luca Cascone, non a caso eletto in Consiglio regionale e a cui era stata affidata la delega al settore. Delega che, qualche giorno fa, è stato costretto a restituire nelle mani dello Sceriffo, dopo essere stato raggiunto da un altro avviso di garanzia, questa volta col marchio infamante di “associazione per delinquere”.
Assunzioni – basta dare una scorsa ai cognomi per rendersene conto – di parenti e affini riconducibili tutti alla cricca politico-sindacale-dirigenziale che da quasi due lustri determina il bello e il cattivo tempo del trasporto pubblico locale in Campania. Assunzioni che assieme alle promozioni, alla cattiva gestione, ai fallimenti e allo svuotamento delle precedenti imprese, sono diventate la cifra caratteristica di EAV (Ente Autonomo Volturno) e AIR (Autoservizi Irpini) le due società che si avviano a detenere – la prima su ferro, la seconda su gomma – il monopolio della mobilità regionale. Ed è questo l’aspetto, appunto, che mal si concilia con i proclami entusiastici sbandierati periodicamente dal presidente Umberto De Gregorio, il quale non passa giorno per ricordarci di aver fatto, soltanto all’EAV, 1.200 assunzioni: poco importa se la maggior parte di esse imposte a fine ciclo di una perdurante crisi del settore e, dunque, dopo il blocco del turn-over e il pensionamento dei dipendenti. E, per l’altra parte, comunque consistente, imposte – come si diceva – dalla necessità di onorare le cambiali politiche.
Perché una cosa balza agli occhi evidente: per assumere non si è tenuto conto delle reali esigenze dell’azienda, posto che ancora oggi mancano le figure che servono per far circolare treni e autobus: capitreno, autisti, operai della manutenzione. E nonostante, anzi, si sapesse dell’assorbimento dei lavoratori del CTP, il management non si è preoccupato molto di assumere anche il personale amministrativo per armonizzare la pianta organica, ma ha puntato tutta l’attenzione – spesso evitando i concorsi – per assumere, per esempio, i capi ripartizione (30 assunzioni dirette con parametro 230) cui è stato anche elargito l’aumento del 10% sul reddito annuo lordo (Ral). Insomma, un ulteriore premio incentivante.
E va aggiunto che il management riesce a fare pasticci anche quando i concorsi li fa. È il caso, per esempio, dei bandi per un dirigente per gli investimenti infrastrutture e per un dirigente nuove reti. Quest’ultimo senza nessun partecipante, mentre al primo si classificano ex aequo gli ingegneri Tommaso Esposito e Giuseppe Attanasio. E se il primo viene assegnato alle infrastrutture, al secondo si pensa bene comunque di affidargli il settore investimenti nuove reti (concorso non espletato), facendolo però affiancare da una sorta di tutor che, nel caso, è l’attuale dirigente Fiorentino Borrello, prossimo alla pensione.
E non finisce qui. Gli ultimi amministrativi assunti, in questi anni, hanno avuto uno sviluppo di carriera rapidissimo. Da lavoratori “indiretti” (termine tecnico per indicare gli impiegati di concetto) si sono ritrovati – la logica è sempre la stessa – Coordinatori d’Ufficio, Capi area, funzionari. Il più piccolo di livello – ci dicono – è ora Specialista tecnico amministrativo (parametro 193).
Ma il caso più eclatante resta comunque quello di Luigi Ambrosone, con la passione della politica e, dunque, fedele – nemmeno a ricordarlo – del sindaco Clemente Mastella di cui è anche assessore ai Trasporti e alle attività produttive, e grande amico di Luca Cascone. Da capotreno EAV del comparto sannita, Ambrosone diventa non soltanto Coordinatore ferroviario – di una ferrovia chiusa da quattro anni – ma ottiene ed usa il suo bell’ufficio di Benevento Appia che potrà utilizzare, probabilmente, per altro. E sempre con i treni fermi, Ambrosone riesce anche a far promuovere un nipote da macchinista a Funzionario responsabile gestione dei materiali rotabili. Di più, il Nostro si ritrova in azienda anche la figlia, nella qualità di funzionario con parametro 230. Per carità, si tratta di persone capacissime. E però – sussurra Radio Ferrovia – disturba non poco saper che da “direttore dei lavori” per l’impianto di Benevento, possa godere della residenza lavorativa sempre a Benevento Appia e non a Corso Garibaldi. Per non dire, infine, delle abilitazioni per la manutenzione e circolazione dei treni, per cui l’azienda pure dotatasi di una sua “Unità organizzativa per la formazione”, demanda, nello specifico, tutto a centri di formazione esterni. Dite che è scandaloso? Beh, è proprio quello che pensiamo.
(9. FINE) (Nelle foto a sinistra, dall’alto, Vincenzo De Luca, Luca Cascone, Umberto De Gregorio, Clemente Mastella e Luigi Ambrosone)