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INCHIESTA/1. I trasporti regionali. Eav è la gallina d’oro di De Gregorio e la maledizione quotidiana di pendolari e utenti

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L’INCHIESTA DI ANTONIO ARRICALE – La notizia del primo nuovo treno è stata data, appena qualche giorno fa, con tutti gli squilli di tromba: come si conviene per l’annuncio di un grande evento. Salvo precisare, poi, che il convoglio non entrerà in funzione prima di otto mesi. Magari – hai visto mai – alla vigilia della prossima campagna elettorale. Giusto per far sapere “urbi et orbi” che la Regione Campania, in tema di trasporti e più in generale di mobilità urbana, ha fatto grandi investimenti per rendere il sistema tra i più avanzati d’Italia – che dico? – d’Europa.

La realtà quotidiana, però, ad oggi è fatta di tutt’altre parole: pesanti, finanche grevi, di improperi e quotidiane maledizioni, di bestemmie pronunciate, senza reticenza, da utenti che lamentano disagi, ritardi e fermate soppresse. Soprattutto dei pendolari che, uscendo di casa, si fanno il segno della croce, non tanto e non solo per scongiurare gli imprevisti o i cattivi incontri che la vita può sempre riservare, soprattutto in certe zone, quanto per augurarsi di poter arrivare in orario sul luogo del lavoro, a scuola, in ufficio. Un rituale che sempre più spesso fanno, ormai, anche i turisti sicuri di trovare – una volta giunti a Napoli – un treno o un autobus che in poco tempo li porti a Ercolano, Pompei, Sorrento. Insomma, una tratta di pochi chilometri che diventa, invece, tra lo sbigottimento e l’incredulità, anziché una giornata di piacevole vacanza, una penosa via crucis.

Insomma, i lettori l’avranno capito sin dalle prime righe: si parla della Circumvesuviana e, più in generale, dell’azienda che gestisce il trasporto su ferro e su gomma in un bacino di utenza che pesa per almeno sulla metà della popolazione regionale, a ridosso della fascia costiera e in buona parte del territorio della città metropolitana e del Casertano.

L’azienda in questione – nemmeno a ricordarlo – risponde ovviamente al nome di EAV, acronimo che sta per Ente Autonomo Volturno, nata nel 2007 sulle ceneri – vabbè, tecnicamente si direbbe fusione, accorpamento, anche se un fallimento pure c’entra, come vedremo nel prosieguo di questa narrazione – di tre società portate allo sfascio soprattutto dalla politica, prima ancora che dalla cattiva gestone: la Circumvesuviana, appunto, la Sepsa e l’Alifana servizio automobilistico.

E quando si parla di EAV si parla, contestualmente, di Umberto De Gregorio, che ne è presidente, amministratore delegato e direttore generale. Uno e trino, verrebbe da dire, se non fosse che tra l’azienda e la trinità le sorti camminano in direzione diametralmente opposte. Nel senso che, al declino, in termini di disservizi, della prima – una srl che ha avuto in dote dal socio unico che è la Regione Campania un capitale di 50 milioni di euro – corrispondono le fortune del secondo, che tra annessi e connessi, ogni fine mese si porta a casa oltre 20mila euro.

Ma facciamo un passo per volta, cercando di dipanare gli intrecci di una storia, a tratti complessa, attraverso un unico filo conduttore. E cominciamo, intanto, col dire che l’Ente Autonomo Volturno gestisce – come si è detto – per conto della Regione Campania, che ne è proprietaria, le ferrovie isolate Circumflegrea, Cumana e Circumvesuviana, cui si aggiungono le ferrovie Alifana, Benevento-Cancello (detta anche ferrovia Caudina) e la linea Napoli-Giugliano-Aversa.

E, aggiungiamo, se Sparta piange Atene di sicuro non ride. Nel senso che, se i treni della Circumvesuviana sono pressoché giornalmente nell’occhio del ciclone della protesta dei pendolari (è di qualche giorno fa, l’ennesima protesta davanti alla stazione centrale di Napoli, dei comitati che lamentano la soppressione della linea Baiano-Napoli, stazioni in cui le fermate sono state annullate, la concentrazione dei pochi treni della flotta nella tratta Napoli-Sorrento a vantaggio dei turisti, strategia aziendale che diventa penalizzante per i pendolari di intere aree) quelli della ferrovia Alifana e, più ancora, della ferrovia Benevento-Cancello, via valle Caudina, peraltro unico collegamento ferroviario che i viaggiatori di questa tratta hanno dal capoluogo sannita con la città di Napoli, i treni non camminano ormai da più di 4 anni, per gli interminabili lavori di ammodernamento richiesti dalla linea. E tutto ciò a dispetto degli annunci di ripristino della tratta ferroviaria che vengono fatti una settimana sì e l’altra pure, da alcuni mesi.

(1. Continua)

(Nella foto d’apertura i pendolari della Circumvesuviana e, nel riquadro, il presidente di Eav, Umberto De Gregorio. Nelle foto in basso pendolari costretti a camminare sui binari dopo essere scesi da un treno della Circumvesuviana in avaria)

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