In tutta Italia tre milioni di euro per agevolare microcrediti a donne vittime di violenza che vogliano avviare un’attività

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Le donne vittime di violenza, italiane e straniere, regolarmente presenti sul territorio nazionale, con o senza figli, ospiti di Case rifugio, che vogliano ottenere un finanziamento agevolato per avviare o sviluppare, con l’assistenza senza oneri di un tutor, iniziative di microimpresa o di lavoro autonomo o professionale in tutti i settori (escluso quello agricolo e della pesca), potranno rivolgersi ad uno dei Centri antiviolenza del proprio territorio o chiamare il Numero nazionale antiviolenza 1522 per chiedere di aderire al progetto “Microcredito di libertà”.


Così facendo, con l’assistenza della Casa rifugio o del Centro antiviolenza o di un Punto di contatto della Caritas, potranno ottenere l’erogazione di un finanziamento agevolato presso la rete di Fidimed, intermediario finanziario 106 vigilato da Bankitalia presente in Sicilia e su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un finanziamento bancario a tasso zero (grazie all’intervento dell’Ente nazionale per il microcredito) e con garanzia di Mediocredito centrale, di importo fino a 50mila euro da restituire entro sette anni, finalizzato ad avviare una nuova attività o a svilupparne una già esistente, sotto forma di lavoratrice autonoma o libera professionista titolare di partita Iva da non più di 5 anni e fino a 5 dipendenti; di impresa individuale nuova o esistente da massimo 5 anni e fino a 5 dipendenti; di società o cooperativa o associazione attiva da non oltre 5 anni e fino a 10 dipendenti.
L’iniziativa è stata presentata oggi presso la Camera di commercio di Palermo ed Enna da Marco Paoluzi, Responsabile e Coordinatore dell’area Credito e Banche dell’Ente nazionale per il Microcredito; da Fabio Montesano, A.d. di Fidimed; da Guido Barcellona, segretario generale della Camera di commercio di Palermo ed Enna; da Angela Pisciotta, presidente del Comitato imprenditoria femminile; e da Sabrina Musacchia, coordinatrice del Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo.
Il “Microcredito di libertà” – che mira ad emancipare e ad affrancare da forme di sudditanza economica le donne che, dopo la denuncia, hanno dovuto allontanarsi da casa e dal contesto in cui operavano – può essere utilizzato per l’acquisto di beni, servizi e materie prime, per pagare retribuzioni o per corsi di formazione aziendale. Nella fase di istruttoria e nel periodo di preammortamento è prevista l’assistenza senza oneri di un tutor.
Fidimed è il primo intermediario finanziario in Sicilia e tra i primi in Italia ad avere aderito al Progetto, finanziato con 3 milioni di euro dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e gestito dall’Ente nazionale per il microcredito, regolato da un Protocollo sottoscritto dallo stesso Dipartimento, dall’Ente nazionale per il Microcredito, dall’Abi, da Federcasse-Federazione nazionale delle Bcc, e dalla Caritas italiana.
In Sicilia collaboreranno al Progetto la Camera di commercio di Palermo ed Enna, il Comitato imprenditoria femminile e il Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo, termina la nota stampa.