Il presidente del Consiglio Mario Draghi è giunto in Libia per la sua prima visita ufficiale all’estero. Dopo un periodo di “assenza” dallo scenario politico, si punta all’apertura di spiragli diplomatici, come l’apertura del consolato a Bengasi, economici con il consolidamento del ruolo dell’Eni e possibilmente anche sulla cooperazione sui migranti.
Nella missione di Draghi, accompagnato da Di Maio, c’è un pacchetto di investimenti sul quale Roma può puntare. “Riaprire al più presto a investitori e ditte italiane” è la richiesta giunta da Dabeiba. Ieri, ad esempio, è stato siglato un accordo per rinnovare l’aeroporto di Tripoli, ma oltre al progetto di raddoppio della cosiddetta “autostrada della pace”, frutto del controverso Trattato d’amicizia Italia – Libia siglato da Berlusconi e Gheddafi nel 2008, c’è soprattutto il capitolo energetico. Ultimo punto in esame sarà sicuramente la situazione migranti, in seguito all’intesa in Ue sulla redistribuzione degli arrivi che latita da mesi. Il governo potrebbe puntare a favorire lo stop ai flussi sin dal Fezzan, la regione desertica che occupa il Sud della Libia.