CAPUA – Un pugno nello stomaco. Un obbrobrio, un’offesa al buon gusto prima ancora che ad un monumento che è depositario d’arte, uno scrigno prezioso vanto di Terra di Lavoro, ma che anche da solo, nella sua struttura quattrocentesca, è un pezzo pregevole d’arte.
Guardate sopra come hanno acconciato il portale del Museo Campano, il portale d’ingresso di Palazzo Antignano. Una luminaria dozzinale, posta a mo’ di tendaggio, così come suole farsi per l’abbellimento delle modeste abitazioni in alcuni quartieri popolari. Per carità, nessuna discriminazione: ma l’arte è arte e non può essere offesa così.
Ma chi è il responsabile di questo scempio, atteso che – immaginiamo – il consiglio di amministrazione non si occupa di cose minime? Tanto più che probabilmente, con il vuoto che si è creato con le dimissioni del presidente Magliocca il Cda del Museo si senta oggettivamente decaduto.
Che aspetta il presidente della Provincia facente funzione – ché il Museo è di proprietà e di gestione dell’Ente di via S. Lubich – a rimuovere il dirigente che se ne occupa, peraltro palesemente incapace, oltre che discusso, alla luce della foto sopra?
Ma, intanto, per favore, si provveda almeno a rimuovere quest’addobbo pacchiano.
In foto: l’ingresso del Mesuo e Gianni Solino, direttore del Museo Campano