Il miracolo di San Gennaro porta bene, ma non a tutti

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In attesa del rinnovo del miracolo di San Gennaro, a Napoli, questa mattina – com’è nella migliore tradizione partenopea – non erano pochi quelli che affidavano all’esito dello scioglimento del sangue del patrono, con quelle della città, le proprie ambizioni.

Sicché tra i molti, stretti tra il sacro e il profano – vale a dire, con la coroncina del rosario in una mano e il corniciello nell’altra (non si sa mai) – ci è parso di vedere questa immaginaria galleria di personaggi in trepidante attesa.

Primo, fra tutti, il presidente della Regione Vincenzo De Luca che, dopo aver incassato il sostegno di Matteo Renzi, con l’avvenuto miracolo, finalmente rassicurato, ora si vede quasi con certezza il terzo mandato in tasca.

Il miracolo, però, nel contempo, è stato salutato con enfasi anche dal vice ministro agli Esteri, Edmondo Cirielli, il quale spera – dicono i bene informati – grazie, ora, anche ai buoni auspici del santo – nella candidatura a presidente di Palazzo Santa Lucia, in rappresentanza del centro-destra. In questo caso, però, San Gennaro non sembra disposto a metterci troppo del suo. Anche perché sa bene che più che i santi del paradiso, in politica possono di più quei satanacci dei politici.     

Nel miracolo dell’alleanza, se non addirittura dell’unione delle due corone hanno creduto – o, comunque, ai nostri occhi, finto bene di crederci – anche Carlo di Borbone ed Emanuele Filiberto di Savoia, seduti uno accanto all’altro, nel Duomo. Da qui a dire, però, come ha fatto il rampollo dei Savoia, che Napoli ama, riamata, la schiatta regale torinese ne corre. Attenzione alle parole, conoscendo i napoletani e soprattutto le loquaci e suscettibili parenti del patrono, San Gennaro potrebbe non prenderla bene.  

Nella galleria, naturalmente, c’è anche il sindaco Gaetano Manfredi, al quale San Gennaro ha fatto un miracolo in anticipo sui tempi: nonostante la camorra Napoli, infatti, non è – come si sarebbe potuto facilmente immaginare – la città meno sicura d’Italia, secondo la consueta classifica del Sole24Ore. Pensate un po’, al primo e al secondo posto ci sono Milano e Roma. E dopo vengono Firenze e Rimini. Da non credere. Napoli non compare neanche nella top ten, classifica che in genere vien citata ad ogni piè sospinto, occupando fortunatamente il dodicesimo posto. Insomma, non è molto, ma tanto sì.

Infine, la signora Rosaria Boccia che, mollato al suo ignominioso destino l’ex ministro Genni Sangiuliano – il quale pure del patrono porta il nome, ma che proprio per quella abbreviazione non gode probabilmente dei favori del santo – può dire di continuare a vantare protezioni in alto. Molto in alto. Addirittura in paradiso, dal momento che il G7 della Cultura comunque fa capolino nella sua Pompei. Ed il sindaco piddino Carmine Lo Sapio gliene è, ovviamente, molto grato.

Antonio Sanfelice