SAN SEBASTIANO A VESUVIO – Convalidato il fermo del 17enne che sabato sera ha ucciso a colpi di pistola Santo Romano e ha ferito un amico davanti al Municipio di San Sebastiano al Vesuvio.
Dinanzi al gip del tribunale per i minori, il giovane assassino ha ammesso di aver ucciso Santo, ma non avrebbe fatto il nome dell’amico che era con lui sulla Smart. Ha confermato di aver sparato per difendersi come ha confermato il suo difensore, l’avvocato Luca Raviele: “Negli atti c’è il riscontro che la versione dei fatti fornita dal mio assistito è reale, vera. Ci sono testimonianze. Gli è stata lanciata una pietra contro, è stato rincorso, afferrato in auto, picchiato: e allora ha reagito”. Una tesi respinta dal collega che rappresenta gli interessi della famiglia, l’avvocato Marco De Scisciolo. Il legale della parte offesa contesta sia la dinamica dei fatti, grazie alle numerose testimonianze che indicano Santo come colui che ha cercato di mettere pace, che la perizia sul 17enne che evidenzierebbe problemi psichici, in quanto si riferisce a questione preesistenti. L’avvocato Raviele ha chiesto una nuova perizia relativa all’incapacità di intendere e volere al momento dell’omicidio e alla capacità di stare in giudizio.