SAN SEBASTIANO AL VESUVIO – Il killer 17enne di Santo Romano, poco prima di uccidere il calciatore 19enne, aveva già puntato quella stessa arma contro un altro ragazzo. Subito dopo il delitto di Santo, invece, aveva chiesto alla mamma 20 euro per andare in pizzeria.
Fanno rabbrividire i dettagli che emergono sul delitto avvenuto a San Sebastiano al Vesuvio. A riferire agli inquirenti queste due circostanze sono stati un testimone oculare e la stessa mamma del minorenne arrestato. Ad avvalorare la testimonianza esiste anche un video, agli atti dell’inchiesta, che racconta gli ultimi istanti di vita della vittima. Le immagini mostrano Santo che si avvicina all’auto a bordo della quale si trova il diciassettenne che, pochi attimi dopo, diventerà il suo assassino. Santo si avvicina alla macchina, poi, si allontana e torna di nuovo indietro forse per un ultimo chiarimento. Sembra maneggiare qualcosa, prima dello sparo al petto che gli sarà fatale.
Inquietante anche la freddezza del minorenne, che dopo avere sparato e ucciso, torna a casa per chiedere alla madre 20 euro per andare in pizzeria. Ricordiamo che la lite tra killer e vittima ha preso il via per un paio di costose scarpe di marca, da 500 euro, sporcate inavvertitamente da un amico di Santo.
Agli inquirenti il 17enne ha riferito di essersi recato a Napoli, nella cosiddetta zona dei baretti, dove si è liberato della pistola e della sim del telefono, buttandola in un tombino.
Per il giudice del tribunale dei minorenni Anita Polito, che ha disposto la detenzione del giovane in una struttura carceraria, a dispetto della patologia psichiatrica di cui è affetto, il 17enne, con il suo comportamento, ha dimostrato “una lucidità e una scaltrezza che mal si concilia con l’asserita sua incapacità di intendere e volere”. Nell’ordinanza il giudice sottolinea anche la contiguità del minorenne con “ambienti criminali capaci di fornire l’arma”.
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