Si è appena conclusa la prima edizione del Pompei Street Art Festival, sè appena iniziata la prima edizione dello Stabia Street Art, e improvvisamente a Terzigno è apparso il volto di Sophia Loren che con il suo sguardo magnetico accoglie chi transita per Boccia a Mauro: la street art impera nel napoletano. Sarà che con l’avvento della pandemia e la conseguente chiusura dei luoghi di cultura, l’unico luogo dove poter godere dell’arte è rimasta la strada.
A Napoli, oltre a “Il Dipinto”, sono tantissime le opere di Jorit disseminate in città, tra quali “Ael” che raffigura il volto di una bambina, “Gennaro” che raffigura il santo patrono della città di Napoli (situato a pochi passi dal Duomo), “Diego e Niccolò”, l’opera che occupa le facciate di una un complesso architettonico tristemente noto per episodi legati alla criminalità organizzata. “Diego” è il volto del calciatore Diego Armando Maradona; “Niccolò” quello di un bambino autistico.
I volti di Jorit sono sparsi in ogni parte del mondo e costituiscono la Human Tribe. Nei murales realizzati da Jorit, oltre alle due strisce rosse che marchiano il volto dei soggetti rappresentati, si trovano nascoste (ma non troppo) delle scritte che contribuiscono a rafforzare il significato delle opere.
A luglio di quest’anno, l’artista ha realizzato a Casapulla un murales raffigurante LeBron James, con il messaggio antirazzista dei Black Lives Matter, a sostegno della campagna mondiale antirazzismo e contro ogni tipo di violenza