Bruxelles – (aa) – Al momento sono cinque le persone accusate nell’ambito dell’indagine belga sulla presunta corruzione da parte dei lobbisti del gigante tecnologico Huawei. Di questi, solo quattro rimangono in carcere. Compresa Lucia Simeone, l’assistente dell’europarlamentare e coordinatore regionale della Campania di Forza Italia, Fulvio Martusciello.
Nota ai più con il nome di Luciana, 48 anni, la Simeone – come si sa – è ristretta nel carcere napoletano di Secondigliano e deve rispondere di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione.
Nella sostanza è accusata di aver preso parte alla divisione di una presunta mazzetta di 46 mila euro pagata da lobbisti vicini a Huawei per favorire, appunto, sul 5G il colosso cinese delle telecomunicazioni. “Accuse mortificanti da cui è pronta a difendersi” riferisce il suo avvocato, Antimo Giaccio, che stamattina l’ha incontrata in carcere. Prendendo atto delle basi sui cui poggiano le contestazioni degli investigatori, ha poi aggiunto: “Sono accuse non comprensibili, notificate peraltro in lingua francese. Non sappiamo neppure chi siano i componenti di questa associazione a delinquere a cui si fa riferimento”. Sempre Giaccio, nella serata di ieri, aveva detto: “Lei era comunque una mera esecutrice di ordini, svolgeva il ruolo di segretaria”. Come a dire, il sospetto è che l’arresto dell’assistente dell’europarlamentare sia stato disposto dalle autorità giudiziarie belghe per “indurla” a riferire ciò che dovrebbe sapere, non potendolo chiedere direttamente ai parlamentari, i quali sono protetti – come si sa – dall’immunità.
In proposito, anzi, dalle fonti belghe arriva la conferma che sono almeno quindici i parlamentari (alcuni ex) finiti nel mirino degli inquirenti per il cosiddetto Huawei gate. I procuratori belgi dovrebbero chiedere al Parlamento europeo di revocare la loro immunità per poter indagare ulteriormente. E, però, nessuna richiesta del genere risulta ancora fatta.
Ad ogni modo, va detto pure che, intanto, un gruppo di eurodeputati, tra cui l’italiano Leoluca Orlando (Verdi), ha chiesto in due lettere indirizzare alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di vietare l’utilizzo dei dispositivi Huawei nelle istituzioni europee.
Tornando alle modalità di arresto di Lucia Simeone, invece, ricordiamo che ieri era stata raggiunta dalla polizia di Stato di Marcianise in un B&B di Santa Maria Capua Vetere dove probabilmente pensava di potersi sottrarre al già ventilato e temuto arresto, lei che è infatti di Ercolano. Ma qui è stata tradita dal sistema “web alloggiati”, vale a dire la registrazione on line che si fa presso gli alberghi: sistema che ha fatto scattare l’alert all’Interpol che poi l’ha arrestata.