NAPOLI – La posta elettronica dei pubblici ministeri non aveva segreti per Carmelo Miano, l’hacker arrestato per aver violato i server del Ministero della Giustizia. Spiava anche il procuratore generale di Perugia Raffaele Cantone e il capo della Procura di Napoli Nicola Gratteri. Era in possesso, tra Firenze, Perugia e Torino, di ben 46 password di altrettanti magistrati inquirenti, tra cui anche quelle dei procuratori di Perugia e di Firenze
La circostanza emerge dagli approfondimenti investigativi eseguiti dalla Procura di Napoli sulle informazioni acquisite e analizzate dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine sulle incursioni dell’hacker siciliano 24enne Carmelo Miano arrestato tra l’altro con l’accusa di avere violato i server del Ministero della Giustizia. La settimana scorsa il gip Enrico Campoli del tribunale di Napoli ha respinto la richiesta di scarcerazione per l’ingegnere informatico quasi 24enne arrestato a Roma lo scorso 2 ottobre dalla Polizia Postale al termine di indagini coordinate dai sostituti Onorati e Cozza del pool cybercrime della Procura di Napoli. L’avvocato Gioacchino Genchi che difende Carmelo Miano ha presentato in questi giorni istanza di revoca della misura al Tribunale del Riesame.