Il team Public Affairs di Ipsos sta continuando a monitorare il sentiment dell’opinione pubblica relativamente alle ultime notizie della guerra Russia-Ucraina. In questa nuova edizione si registra, tra gli italiani, un crollo della speranza e una crescita di emozioni quali tristezza, rabbia e paura. Continuano ad aumentare i timori per le conseguenze economiche e diminuire quelli relativi alla possibile entrata in guerra dell’Italia. Diversi i comportamenti presi in considerazione, o già intrapresi, dagli italiani per fronteggiare l’aumento dei prezzi, in particolar modo di benzina e carburante.
Guerra in Ucraina, lo stato d’animo degli italiani
Il quadro del conflitto russo-ucraino inizia a farsi più preciso e, conseguentemente, si contrae la sensazione diffusa di incertezza tra gli italiani, principale stato d’animo che aveva caratterizzato le prime settimane di guerra. Il monitoraggio Ipsos registra anche un crollo della speranza e una crescita di tristezza, rabbia e paura. Pur in un quadro di incertezza sull’evoluzione, inizia a farsi strada l’idea che la guerra non resterà entro gli attuali confini:
- aumenta la percentuale di quanti ritengono che il conflitto si estenderà ma nei limiti dell’Europa orientale (29%, +4) e diminuisce, anche se di poco, la percentuale di quanti ritengono che il conflitto resterà limitato tra Russia e Ucraina (25%, +1). Rimane invariata, invece, al 24% la quota di chi crede che il conflitto degenererà in una guerra mondiale, il 22% non si esprime al riguardo.
In merito al possibile ricorso alle armi nucleari, si registrano spinte opposte:
- il 26% degli italiani lo ritiene abbastanza probabile e per l’8% è molto probabile, ma la maggioranza degli intervistati (34%) lo considera poco probabile con un 13% che ne sostiene la completa improbabilità. Il 19% non si esprime al riguardo.
Conflitto Russia-Ucraina, continuano ad aumentare le preoccupazioni per le conseguenze economiche
L’86% degli intervistati si dichiara preoccupato, in generale, per l’andamento del conflitto tra Russia e Ucraina. Scendendo nel dettaglio, il monitoraggio Ipsos registra un aumento dei timori per le conseguenze economiche a svantaggio dei rischi di entrata in guerra: le preoccupazioni per il Paese continuano a riflettere quelle personali.
- Il 51% (+5) degli italiani teme le conseguenze economiche della guerra, sia a livello personale (es. rincari di beni/servizi, rischi per i risparmi) sia a livello nazionale (es. peggioramento dei conti pubblici, rallentamento dell’export e della produzione industriale).
- Il 27% (-8) esprime preoccupazione per la possibile entrata in guerra dell’Italia e l’11% teme le conseguenze umanitarie, sia a livello personale (es. arrivo di numerosi profughi) sia a livello nazionale (es. gestione dell’accoglienza dei profughi in Italia).
Guerra Russia-Ucraina, il ruolo dell’UE e del Governo italiano
Gli italiani percepiscono l’Unione Europea e la Francia le principali istituzioni, impegnate in prima fila, al fine di risolvere il conflitto per vie diplomatiche, ma per quasi un intervistato su quattro non sono chiari i ruoli di Governi e organizzazioni sovra-governative.
Quattro intervistati su dieci valutano positivamente l’operato del Governo italiano riguardo al conflitto, ma un quarto non si sa esprimere. Infine, in merito al coinvolgimento dell’Italia nella guerra in Ucraina, soltanto una piccola minoranza (5%) degli italiani si dichiara favorevole ad intervenire con le proprie truppe a fianco dell’Ucraina, più ampio il favore all’invio di armi (31%), ma quasi la metà degli intervistati (47%) preferirebbe evitare qualsiasi coinvolgimento.
Prezzi benzina e scorte alimentari, i comportamenti degli italiani
E’ la crisi energetica a tenere banco, in particolar modo carburante e riscaldamento sono gli elementi su cui si incentrano i cambiamenti attuali e futuri degli italiani. Inoltre, l’ipotesi di fare scorte alimentari superiori a quelle abituali (iniziativa presa in considerazione dal 19% degli italiani) dà conto delle preoccupazioni crescenti.
- Il 36% degli intervistati dichiara di aver limitato gli spostamenti in auto per far fronte all’aumento del prezzo della benzina e del carburante e il 23% di aver abbassato il riscaldamento domestico di 2 o più gradi.
Al tempo stesso, nonostante la preoccupazione elevata per le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, non muta l’atteggiamento degli italiani in merito alle sanzioni: la maggioranza relativa si sente disposta a sostenere rincari per supportare le sanzioni alla Russia: il 24% è molto d’accordo e il 31% abbastanza d’accordo nel mantenere le sanzioni alla Russia anche a fronte dell’aumento dei prezzi, invece, il 16% è poco d’accordo e il 15% per niente. Il 14% non si esprime al riguardo.