Capimafia e boss della Sicilia sono coinvolti nell’inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato a 22 fermi.
L’inchiesta riguarda anche un Ispettore ed un assistente capo della Polizia, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti d’ufficio, e un avvocato. Gli indagati rispondono a vario titolo di mafia, estorsione, favoreggiamento aggravato. Gli inquirenti hanno accertato che la donna, Angela Porcello, compagna di un mafioso, aveva assunto un ruolo di vertice in Cosa nostra organizzando i summit, svolgendo il ruolo di consigliera, suggeritrice e ispiratrice di molte attività dei clan.
Come scrive l’Ansa, le centinaia di ore di intercettazione disposte dopo che, nel corso dell’inchiesta, i carabinieri hanno compreso la vera natura degli incontri, hanno consentito agli inquirenti di far luce sugli assetti dei clan, sulle dinamiche interne alle cosche e di coglierne in diretta, dalla viva voce di mafiosi di tutta la Sicilia, storie ed evoluzioni. Uno spaccato prezioso che ha portato all’identificazione di personaggi ignoti agli inquirenti e di boss antichi ancora operativi.
Dall’inchiesta emerge inoltre che il boss latitante Messina Denaro, capomafia trapanese latitante da 28 anni, ancora riconosciuto come colui cui spettano investiture o destituzioni e che gli storici rapporti tra mafia e Cosa nostra americana non sarebbero mai cessati. Anche Messina Denaro è destinatario del provvedimento di fermo, che è stato emesso per 23 persone, ma eseguito solo nei confronti di 22, visto che il padrino trapanese resta latitante.