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Foggia, contrasto alla violenza domestica e di genere

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Nel corso della settimana, Agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Foggia, a seguito di attività investigativa volta al contrasto dei reati di violenza domestica e di genere, coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a quattro misure cautelari personali emesse dal GIP presso il Tribunale di Foggia.

La prima ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di un uomo di 55 anni. Dalle indagini è emerso che l’indagato avrebbe consumato i reati di maltrattamento in famiglia, violenza sessuale aggravata e sequestro di persona nei confronti della moglie. Il provvedimento scaturisce da una laboriosa attività investigativa che ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato che avrebbe, sin dal 2002, sottoposto la moglie a sistematiche vessazioni psichiche-fisiche consistite in percosse violenze e minacce poste in essere il più delle volte in presenza dei figli minori.

L’indagato, che non accettava la decisione della moglie di volersi rendere economicamente indipendente, avrebbe anche abusato sessualmente di lei. La vittima subito dopo aver sporto denuncia nei confronti del coniuge, è stata collocata in una comunità protetta. La seconda ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di un uomo di 37 anni. Secondo l’impostazione accusatoria, l’indagato si sarebbe reso responsabile dei reati di maltrattamento e stalking nei confronti della moglie. Dall’attività d’indagine è emerso che l’indagato avrebbe maltrattato non solo la moglie ma anche i suoi familiari.

Avrebbe inoltre sottoposto la moglie a sistematiche vessazioni psichiche-fisiche, minacciandola, altresì, di morte durante le frequenti discussioni avvenute in presenza dei figli minori. L’indagato negli ultimi mesi e in più occasioni, si sarebbe, inoltre, presentato presso l’abitazione ove la vittima vive insieme ai suoi familiari minacciandola di ammazzarla se non fosse tornata a vivere con lui. La terza ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento alla parte offesa è stata emessa nei confronti dell’ ex marito della parte offesa e di un altro soggetto, entrambi di 54 anni.

L’ex coniuge avrebbe posto in essere condotte persecutorie, reiterate nel tempo, spinto dalla morbosa ossessione di controllare l’ex-moglie dopo la separazione coniugale. In particolare, l’uomo avrebbe in più occasioni pedinato la ex moglie per strada, nei pressi dell’abitazione, sul luogo di lavoro e negli altri posti che la donna abitualmente frequentava, offendendola con espressioni ingiuriose ed intimidendola attraverso minacce. Il secondo indagato avrebbe accompagnato in più occasioni l’ex marito durante i predetti pedinamenti. La quarta ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento alla parte offesa è stata emessa nei confronti di un uomo di 46 anni.

Secondo l’impostazione accusatoria, l’indagato avrebbe consumato i reati di stalking e violenza sessuale nei confronti dell’ex compagna. In particolare l’indagato, non accettando la fine della relazione sentimentale con la sua ex, l’avrebbe minacciata e molestata. Secondo quanto emerso dalle indagini l’avrebbe anche costretta a subire atti sessuali.
Va precisato che la posizione delle persone sottoposte alle predette misure cautelari è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.

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