La notte scorsa la Polizia di Stato di Firenze, ha arrestato due cittadini marocchini di 31 e 41 anni, sorpresi, in concorso e a vario titolo, a saccheggiare un negozio di parrucchiere all’Isolotto dopo averne sfondato la vetrina con un tombino. Proprio con questa particolare modalità di esecuzione, nelle scorse settimane erano state firmati una serie di analoghi episodi: vetrine sfondate la notte per lo più con tombini presi dalla strada e colpi messi a segno in rapida successione, spesso con magri bottini a fronte degli ingenti danni provocati invece agli esercizi commerciali. Fin dalle primissime segnalazioni di quello che sembrava essere ormai diventato un fenomeno criminale diffuso recentemente nella città gigliata, il Questore della provincia di Firenze Maurizio Auriemma ha subito rinforzato i servizi di prevenzione e controllo del territorio soprattutto in orari serali e notturni.
La Polizia di Stato ha così schierato in campo, insieme alle volanti della Questura e dei Commissariati cittadini, anche auto e moto “civetta” con a bordo i cosiddetti “Falchi” della Squadra Mobile, gli specialisti del contrasto alla microcriminalità e al crimine diffuso. Gli investigatori di via Zara hanno raccolto per giorni tutta una serie di elementi emersi di volta in volta durante i vari episodi riscontrati nel capoluogo toscano, riuscendo in breve tempo a circoscrivere le zone nelle quali i malviventi avrebbero potuto colpire con maggiore probabilità. Così come riporta la nota stampa, mentre le “pantere” pattugliavano le strade, per diverse notti i Falchi hanno effettuato una lunga serie di appostamenti, battendo le zone della città ritenute più a rischio fino a quando oggi, intorno alle 3.00, la loro serrata attività ha avuto una svolta decisiva.
La loro attenzione è stata infatti attirata da due uomini in via de’ Vanni: mentre uno avrebbe fatto da “palo”, l’altro in pochi attimi ha forzato e alzato a metà la serranda di un negozio di parrucchieri e dopo aver preso in strada la copertura di un tombino, l’ha usata come “ariete” contro la vetrata. Il passo successivo, tipico anche di altri analoghi furti cosiddetti “mordi e fuggi” avvenuti proprio con le stesse modalità, è stato quello di entrare all’interno dell’esercizio e arraffare in fretta e furia quanto più possibile. Ma non appena il 31enne magrebino è uscito in strada con sottobraccio la refurtiva infilata in un borsone – in questo caso un computer da un migliaio di euro – si è ritrovato circondato dai poliziotti.
Nel frattempo il complice 41enne, rimasto fuori a coprirgli le spalle, ha invece tentato di evitare le manette nascondendosi sotto una macchina. Entrambi sono finiti nella rete della Squadra Mobile e subito dopo al carcere di Sollicciano, in attesa della convalida della misura precautelare. Gli inquirenti sono ora a lavoro per accertare eventuali responsabilità degli indagati, entrambi già noti alle Forze di polizia, in merito ad altri “furti con tombini” registrati a Firenze nelle ultime settimane.