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Fermo, spaccio di cocaina

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E’ terminata nella giornata di ieri l’ennesima attività di indagine della Squadra Mobile fermana per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti sul nostro litorale.

Si era detto solo pochi giorni fa che la maggior parte delle attività di smercio delle droghe si era spostato da tempo dalla località di Lido Tre Archi ma gli appostamenti e gli accertamenti degli investigatori hanno dato l’ennesimo duro colpo allo spaccio nel quartiere costiero che spesso ritorna nelle cronache come luogo nel quale si verificano episodi delittuosi di rilievo tra i quali, recentemente, il ferimento di un giovane straniero, la successiva “spedizione” di sei suoi connazionali presso l’ospedale,  l’aggressione ai danni dei poliziotti e le successive indagini che hanno portato prima all’arresto e poi alla denuncia alla Procura della Repubblica di tutti i sodali.

E a Lido Tre Archi continuano senza sosta, oltre alle attività di controllo del territorio decise da tempo dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto, le indagini della Squadra Mobile e delle altre Forze di polizia per contrastare ogni tipo di fenomeno criminale.

Tornando infatti alle indagini sullo spaccio, l’attività organizzata dalla donna residente in via Pietro Nenni consisteva in una specie di call center, quindi un contatto telefonico al quale seguiva il semplice squillo del campanello dell’abitazione da parte dell’acquirente. Nella maggior parte dei casi la venditrice, anche in pantofole e vestaglia da camera, usciva dal portone e con una sola mano consegnava al compratore le dosi concordate ricevendone in cambio la somma pattuita.

Lo stupefacente trattato era quasi esclusivamente cocaina, in involucri contenenti ognuno circa 0,3 grammi di sostanza pura tagliata, ed ognuno venduto al prezzo di 20 euro; ma per i clienti più affezionati c’era anche lo sconto speciale, tre dosi per 50 euro, un vero affare se la sostanza non causasse molte volte, come anche avvenuto di recente, il decesso dell’assuntore.

Una serie di appostamenti degli investigatori della Squadra Mobile nei pressi dell’abitazione individuata in precedenza, oltre all’esame delle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza cittadina hanno consentito di ricostruire le indicate e numerose modalità di cessione delle dosi. Ma dopo l’acquisto, a debita distanza, l’acquirente è stato fermato e controllato, gli involucri sequestrati dagli operatori della Polizia di Stato, repertati dalla Polizia Scientifica, ed il compratore è stato segnalato alla Prefettura in quanto assuntore di droga. Così decine di patenti di guida sono state ritirate.

Come ormai assodato da tempo, all’interno di un’abitazione il venditore non conserva più molte dosi per evitare, in caso di perquisizione, di essere denunciato o addirittura arrestato in flagranza per la detenzione ai fini di spaccio di rilevanti quantità di droga.

Infatti, come successivamente accertato nell’indagine, in molte occasioni l’acquirente, al primo step della transazione, ovvero quando telefonicamente richiedeva la quantità della quale necessitava, aveva ricevuto risposta negativa in merito alla disponibilità immediata della sostanza e quindi avrebbe dovuto richiamare in un altro momento in attesa del rifornimento. Come si è detto appostamenti, accertamenti, visione di immagini, controlli, sequestri, segnalazioni e sanzioni hanno determinato la realizzazione da parte degli investigatori della Squadra Mobile di un corposo fascicolo di indagine nei confronti della donna responsabile del minuto spaccio a domicilio.

Per dare un segno del mercato gestito dalla donna, è sufficiente riferire il numero accertato di cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina, ammontanti a 430, per un totale complessivo di circa 670 dosi ossia circa 140 grammi di droga pari ad un valore sul mercato complessivo di circa 12.000 euro; quindi 430 contatti telefonici e altrettanti squilli del campanello dell’abitazione.

Le probanti indagini degli investigatori della Squadra Mobile, che hanno denunciato la spacciatrice, coordinate dalla Procura della Repubblica hanno determinato, nella giornata di ieri, l’esecuzione nei confronti della donna della misura cautelare decisa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo che ha disposto il divieto di dimora nella Regione Marche della responsabile dello spaccio. E le indagini, anche questa volta, proseguono senza soluzione di continuità per individuare le fonti di rifornimento dello smercio a domicilio.

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