CASAL DI PRINCIPE – Dalle prime ore della mattinata odierna i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, coordinati dalla Dda partenopea, stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di numerose persone ritenute responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione.
Uno dei destinatari del provvedimento, Antonio Mezzero, 62 anni, a capo del gruppo, dopo 24 anni di reclusione, appena in libertà, stava tentando di ricostituire una frangia del clan dei Casalesi.
La complessa attività investigativa, avviata nel settembre del 2022 e conclusa alla fine del mese di giugno 2023 ha permesso, attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale, supportata da servizi di osservazione e pedinamento, di documentare dinamiche e definire condotte che hanno riguardato vicende relativamente recenti, che hanno coinvolto affiliati al Clan dei Casalesi, di diverso spessore, attualmente attivi nei territori di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e comuni limitrofi.
Tra gli odierni destinatari del provvedimento spicca l’arresto di Mezzero, storico appartenente al gruppo Schiavone che, scarcerato recentemente (luglio 2022) dopo un lungo e ininterrotto periodo di detenzione (iniziato nel marzo del 1999), pur sottoposto dapprima alla libertà vigilata e successivamente alla sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, si è da subito adoperato per riorganizzare il gruppo criminale e affermare il proprio controllo del territorio.
Avvalendosi di persone di fiducia, tra cui anche dei parenti, ha posto in essere estorsioni in danno di imprenditori, una tentata estorsione in danno di una giovane coppia per risolvere una controversia abitativa connessa con la resistenza opposta dai due nel liberare l’appartamento in cui erano in affitto, realizzata mediante minaccia e violenza ed in particolare culminata nell’incendio dell’autovettura di
proprietà dei predetti . Le investigazioni hanno poi consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a
carico degli indagati in ordine al tentativo di accaparrarsi la gestione di attività commerciali attraverso le quali reimpiegare proventi illeciti, ovvero nell’ottenere una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale, del valore di oltre 1 milione di euro.
Non di minor rilievo, per l’impatto di allarme sociale che desta, la dinamica criminale accertata della ricettazione di mezzi d’opera e materiali da cantiere, che rientrava nelle attività del sodalizio. Infatti, nel corso dell’attività sono stati restituiti ai legittimi proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli rinvenuti dai militari subito dopo i furti (valore stimato complessivamente in circa 40 mila euro).
Le indagini hanno altresì consentito di acclarare la disponibilità di armi da parte del sodalizio criminale.
I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Tutti gli indagati
La Dda ha iscritto nell’elenco degli indagati Vincenzo Addario, 58enne di S. Maria Capua Vetere, Andrea Adinolfi, 60enne di Capua, Carlo Bianco, 40enne di Villaricca, Michele Bifulco, 57enne di Napoli, Gianluca Fulgido, 50enne di Cancello ed Arnone, Davide Grasso, 52enne di S. Maria Capua Vetere, Alin Ionut Halungescu, 37enne di Romania, Biagio Ianuario, 47enne di Capua, Pietro Ligato, 50enne di Capua, Alessandro Mezzero, 36enne di San Marco Evangelista, Antonio Mezzero, 62enne di Grazzanise, Giuseppe Mezzero, 56enne di Grazzanise, Michele Mezzero, 42enne di Capua, Carmine Munno, 50enne di S. Maria Capua Vetere, Pasquale Natale, 64enne di Santa Maria la Fossa, Giovanni Diana, 63enne di Casal di Principe, Giuseppe Diana, 78enne di San Cipriano D’Aversa, Pietro Di Marta, 61enne di Grazzanise, Maria Teresa Di Martino, 56enne di Casaluce. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione.